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Una gran voglia di vivere, una commedia sentimentale stanca morta – La recensione

Una gran voglia di vivere è su Prime Video, il nuovo film diretto da Michela Andreozzi, liberamente tratto dall’omonimo romanzo, edito in Italia da Mondadori e scritto da Fabio Volo, che ne è anche protagonista insieme a Vittoria Puccini. La sceneggiatura è firmata dalla stessa Andreozzi insieme a Volo e a Filippo Bologna. Girato tra l’Italia e la Norvegia, Una gran voglia di vivere è prodotto da Isabella Cocuzza e Arturo Paglia per Paco Cinematografica, in collaborazione con Prime Video e RTI.

L’opera consolida la collaborazione tra la regista e Paco Cinematografica, che ha prodotto anche i suoi tre film precedenti. La visione sulla vita e sulle relazioni di Fabio Volo (che gronda di cinismo e di retorica spicciola) permea tutto il film, rendendolo complicato da guardare. Entrerà nella Top Ten di Prime Video? Speriamo di no ma crediamo di sì.

Un gran voglia di vivere, o la difficoltà di cambiare insieme

Marco, ingegnere, e Anna, architetta sono un esempio perfetto del modo di dire “gli opposti si attraggono”. Libera, vivace e creativa lei, preciso e quadrato lui. Si innamorano immediatamente di un amore passionale, un colpo di fulmine in piena regola. Dopo anni di convivenza serena e la nascita del figlio Tommaso, però, sono in crisi. Questa crisi viene individuata da Anna, che si sente infelice e soffocata dal suo ruolo di compagna e di madre, e per questo vorrebbe trasferirsi a Ibiza.

Marco nega l’infelicità, e non vuole cambiare le sue abitudini di una virgola. Quando riceve una proposta di lavoro allettante per Amsterdam, però, la considera. Anna lo prende come un segno che tra loro non può proprio più funzionare, e chiede la separazione. Nel frattempo, però, il figlio Tommaso finisce la scuola, e vuole andare in Norvegia. Anna e Marco decidono di partire in camper, insieme, come ultima cosa da fare in famiglia prima di ricalcolare il loro rapporto. Il loro rapporto è sulle montagne russe.

Partiamo con il mettere le mani avanti: il personaggio interpretato da Fabio Volo in Una Gran Voglia di Vivere è insopportabile e nel torto. E su questo non ci piove. Chiuso, accondiscendente, tratta tutti come se fossero più scemi di lui (Anna e Tommaso compresi). Nega l’infelicità di lei e la accusa di non avergliene parlato ma quando è di fronte a una donna che dovrebbe amare che gli spiega per filo e per segno perché vuole separarsi è assolutamente incapace di fare alcunché a riguardo. Non lo smuove niente. Neanche un bel francese con gli addominali che minaccia l’unità e la felicità della sua famiglia.

Un incapace totale. Solo un incontro ravvicinato con un orso riesce fargli realizzare che forse (ma forse) ha un po’ di torto. Non si regge. Il resto del film è abbastanza insignificante. Recitazione zoppicante, dialoghi un po’ così. Una gran voglia di vivere è insufficiente, non cattivo ma neanche memorabile, ricco di spunti, utile. Non intrattiene, non fa ridere, non fa riflettere o sperare. Sembra un film stanco, ma stanco morto.

Il cast

Fabio Volo è Marco, ingegnere insopportabile che ha perso la gioia di provare cose nuove e di buttarsi. Vittoria Puccini è invece Anna, architetta e mamma affettuosa ormai infelice nel suo contesto di coppia. Nel cast di Una Gran Voglia di vivere anche Paola Tiziana Cruciani, Rocío Muñoz Morales, nei panni di una ragazza che affitta alloggi in Norvegia e che sembra felice ma poi non lo è, Corrado Nuzzo e il giovanissimo Ludovico Nava, che interpreta Tommaso.

La recensione

Recitazione zoppicante, dialoghi un po’ così. Una gran voglia di vivere è insufficiente, non cattivo ma neanche memorabile, ricco di spunti, utile. Non intrattiene, non fa ridere, non fa riflettere o sperare. Sembra un film stanco, ma stanco morto.

Voto:

5.5/10
5.5/10