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Sitting in bars with cake (Una torta per l’uomo giusto), un film delicato tutto da piangere – La recensione

A volte, i film che parlano di coppie, di malattie e di morti sono fastidiosi, perché cercano a tutti i costi di far piangere il pubblico, e mettono lì scene strategicamente commoventi per oscurare i buchi di sceneggiatura o caratterizzazione. Sitting in bars with cake, titolo italiano ingannevole Una torta per l’uomo giusto, balla sul confine di questa cosa, senza mai esagerare. Tratto dal libro omonimo di Audrey Shulman, è ispirato a un storia vera, è diretto da Trish Sie ed è disponibile su Prime Video a partire dall’8 settembre. Finirà nella Top Ten di Prime Video? Staremo a vedere, intanto vedetelo con accanto dei fazzoletti e una persona che vi può dare un abbraccio alla fine del film. Siete stati avvertiti.

Sitting in bars with cake – Una torta per l’uomo giusto la trama

Jane è timida, appassionata di pasticceria, ha due genitori molto coinvolti e influenti che vorrebbero che facesse l’avvocato, si veste da nonno e non sa parlare con le persone. Corinne è estroversa, lavora in un’agenzia di management per gli artisti e vuole che Jane viva la vita. Le due, giovanissime, sono amiche da sempre, si sono trasferite a Los Angeles insieme e vivono insieme.

Una sera, per caso, scoprono che portare una torta fatta da Jane in un bar garantisce delle conversazioni con gli uomini, che non possono fare a meno di chiedere informazioni sulla torta. Allora, decidono di portare 50 torte diverse (tutte fatte da Jane) in 50 bar diversi, e di vedere che succede. Lo scopo, ovviamente, è far uscire dal suo guscio Jane. Il piano sembra funzionare, ma la malattia improvvisa di Corinne cambia i piani delle due ragazze.

Una torta per l’uomo giusto la recensione

Che male. Che male. Se ci penso mi viene da piangere. Sitting in bars with cake Una torta per l’uomo giusto inizia esattamente come una commedia romantica, ma poi passo dopo passo e torta dopo torta si scopre che le vere storie d’amore non sono quelle tra Jane e i tipi che rimorchia grazie ai dolci, ma quella tra Jane e Corinne, che hanno un’amicizia lunghissima e che non si interrompe neanche nei momenti difficili; quella tra Corinne e la vita, a cui è attaccata in maniera così energica anche se caotica, e quella tra Jane e la vita, che sboccia nelle intemperie e che è ancora più bella e crudele visto quello che sta succedendo alla sua migliore amica.

Tutto questo, Sitting in bars with cake lo fa in maniera delicata. Solo poche volte un po’ forzata e pietista. I genitori di Corinne, poi, sono personaggi incredibili, che in poche scene riescono a risultare realistici, tristi, esilaranti, malinconici, e fanno dimenticare il fatto che altri personaggi, invece, rimangono un po’ sulla superficie. Consigliato, ma a vostro rischio e pericolo.

Il cast

Tutta la storia gira attorno alle due inseparabili amiche Jane (interpretata da Yara Shahidi di grownish e blackish) e Corinne, interpretata da Odessa A’zion. Appare in un paio di scene Bette Midler, che interpreta la capa delle due ragazze, eccentrica e generosa. I genitori di Corinne sono interpretati da Ron Livingston e Martha Kelly.

Sitting in bars with cake

La recensione

Sitting in bars with cake inizia esattamente come una commedia romantica, ma poi passo dopo passo e torta dopo torta si scopre che le vere storie d’amore non sono quelle tra Jane e i tipi che rimorchia grazie ai dolci, ma quella tra Jane e Corinne, che hanno un’amicizia lunghissima e che non si interrompe neanche nei momenti difficili; quella tra Corinne e la vita, a cui è attaccata in maniera così energica anche se caotica, e quella tra Jane e la vita, che sboccia nelle intemperie e che è ancora più bella e crudele visto quello che sta succedendo alla sua migliore amica. Tutto questo, Sitting in bars with cake lo fa in maniera delicata. Solo poche volte un po’ forzata e pietista.

Voto:

7/10
7/10