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Vangelo secondo Maria: il racconto umano della Natività non sa che fare della propria empatia – La recensione

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La natività è una di quelle storie così integrate nel nostro tessuto culturale che la accettiamo senza interrogarla. Vangelo secondo Maria, l’adattamento dell’omonimo romanzo di Barbara Alberti diretto da Paolo Zucca, sceglie invece di approcciarla in maniera inedita, cercando la donna umana dietro alla figura di Maria. Il film è prodotto da Sky Original e distribuito da Vision Distribution, e dopo un debutto al Torino Film Festival, approda nelle sale italiane a partire dal 23 maggio.

Vangelo secondo Maria: una storia di formazione

Maria non è come le altre ragazze di Nazareth. È irrequieta, disubbidiente: in una comunità oppressiva e maschilista, il posto che altri le hanno deciso le sta stretto. Più di ogni altra cosa lei desidera viaggiare, scoprire, sapere — cose che, per una donna, sono contro ogni legge e costume. Il suo incontro con Giuseppe le fa trovare un maestro prima ancora che un marito, qualcuno che le lascia lo spazio per capire e abbracciare la donna che vuole diventare. Ma, come sappiamo, Maria è stata scelta per far parte di un piano più grande. E se le regole della famiglia e della società le erano insopportabili, come reagirà alle imposizioni del cielo? 

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Interpretazioni altalenanti e scelte di carattere

Non convince la performance della Porcaroli — non aiutata, c’è da dirlo, da dialoghi un po’ stentati e dall’ingombranza della parte — mentre non male Gassmann: la fisicità imponente e la folta barba sono una buona base su cui costruire il suo Giuseppe. Breve e molto teatrale (nel bene e nel male) ma di gran carisma la performance di Erode di Maurizio Lombardi. A suo modo singolare il modo in cui si è deciso di rappresentare l’arcangelo Gabriele: la scelta assume senso e profondità con lo svolgersi della storia, ma alla prima apparizione risulta assurda, quasi ridicola. A rubare la scena a tutti è però la Sardegna: ispirata la scelta di farne più di una semplice location e farle “interpretare” la Galilea, con Giuseppe che vive in una tradizionale Domu de Janas e gli abitanti di Nazareth che parlano in lingua sarda. 

Vangelo secondo Maria: in mezzo al guado empatico

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Vangelo secondo Maria non ha nulla del film religioso: è, innanzitutto e soprattutto, la storia di due esseri umani. Per essere una storia umana, però, i personaggi sono fin troppo letterari, alle volte macchiettistici. Gli abitanti di Nazareth sono ritratti come un popolo gretto e ignorante, più animale che umano; la caratterizzazione dei due protagonisti, invece, sembra ondeggiare in base alle esigenze della storia. In ultima analisi, il film sembra avere meno attenzione per la complessità della natura umana di quanto non dica.

Il cast

Il titolare ruolo di Maria è interpretato da Benedetta Porcaroli; al suo fianco troviamo Giuseppe interpretato da Alessandro Gassmann. I genitori di Maria sono interpretati da Lidia Vitale e Leonardo Capuano, mentre Giulio Pranno interpreta l’arcangelo Gabriele e Maurizio Lombardi interpreta il re folle Erode.  Nel cast anche Andrea Pittorino e Fortunato Cerlino.

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La recensione

Per essere un racconto “umano” della storia religiosa, Vangelo secondo Maria mette in scena personaggi fin troppo letterari, alle volte macchiettistici. Questo azzoppa il film, che finisce per sembrare più un’invettiva contro la narrativa tradizionale della natività che veramente interessato all’umanità dei suoi personaggi

Voto:

5/10
5/10
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