Vitalia – Alle origini della festa stasera venerdì 13 maggio su Rai 2 in seconda serata
Venerdì 20 maggio alle 23:45 su Rai 2 prosegue l’appuntamento con Vitalia – Alle origini della festa per portarci all’interno delle tradizioni del nostro paese. Condotto da Alessandro Giuli, il programma vuole raccontare l’Italia e il nostro immenso patrimonio culturale a partire dalle sue manifestazioni popolari legate al sacro.
Il programma vuole essere una chiave di lettura alternativa delle profonde radici delle manifestazioni popolari legati ai culti e ai riti dell’Italia antica. Un viaggio tra indagini storiche, contatto con i custodi delle tradizioni locali e la valorizzazione delle sopravvivenze folcloriche e il recupero del repertorio etno-antropologico conservato negli archivi della Rai. In ogni puntata il tema è legato a una festa comunitaria, che il conduttore lancia dai luoghi della romanità antica e che si sviluppa nei siti archeologici dell’Italia pre-romana, in un intreccio tra celebrazione identitaria del presente e liturgia della memoria che ritroverà sempre a Roma la propria sintesi conclusiva.
La festa della terza puntata
Nella terza puntata di Vitalia Alessandro Giuli, venerdì 20 maggio alle 23:45, ci racconta l’origine misteriosa del culto delle Madonne nere e delle processioni a loro dedicate. Un mito che affonda le radici nei cortei che onoravano la Grande Madre, Cibele. Il viaggio di questa puntata parte nel porto di Ostia antica dove nel 204 a.C. giunge una nave che reca una pietra nera prelevata da una delegazione romana a Pessinunte in Frigia. La nave riportava a casa il simulacro della Grande Madre che ha salvato le truppe di Annibale.
Una grande area, a Ostia, testimonia l’importanza del culto della Grande Madre e la pratica dei taurobolia, i celebri sacrifici di tori in onore della casa imperiale che andarono a sostituire le mutilazioni che i seguaci della dea si autoinfliggevano al culmine della possessione, nel rito frigio. Alessandro Giuli andrà poi a Siracusa dove Cibele era venerata a Akrai insieme al figlio-amante Attis. A Palazzolo Acreide sorge il più importante santuario rupestre del Mediterraneo, dodici statue che rappresentano Cibele, vegliano su Akrai da millenni fino ai giorni nostri. Come testimoniano i geni del luogo che il conduttore incontrerà e che perpetuano l’immagine della dea e fanno rivivere i suoni a lei cari attraverso la costruzione di strumenti pastorali. Si passa poi per Capo Tindari dove si trova il santuario della Madonna Nera che domina lo sperone roccioso.
Prima di tornare a Roma, sosta a Montevergine, in provincia di Avellino, dove un’altra Madonna nera ha soppiantato il culto di Cibele. Ogni anno all’inizio di febbraio, festa cristiana della Candelora, una moltitudine di persone sale sul monte come secoli fa facevano i Coribanti, eunuchi, sacerdoti della Magna Mater: è la juta dei femminielli. Alla fine arriverà a Roma ripercorrendo le tappe del culto romano della Magna Mater sul fiume Almone, per giungere sul Palatino. Qui la Dea trovò, in un tempio per lei edificato, un posto d’onore: accanto alla Domus di Augusto, proprio lì dove sorgeva la capanna di Romolo.