Dituttounpop > SERIE TV > Bel-Air un reboot che di “fresh” ha ben poco ed evidenzia i limiti di Peacock: la recensione

Bel-Air un reboot che di “fresh” ha ben poco ed evidenzia i limiti di Peacock: la recensione

Recensione Bel-Air un reboot evitabile che fatica a trovare un suo pubblico…proprio come Peacock

Immaginiamo la scena di come è nato Bel-Air. Will Smith nella sua bellissima villa (sicuramente avrà una villa mica vivrà in uno scantinato), la telefonata dell’agente, dell’amico, la segnalazione della moglie, del figlio “ehi Will guarda che figata questa versione dark del Principe di Bel-Air fatta da questo ragazzo su You Tube“. E Smith da buon produttore annusando l’aria che si respira in quest’epoca, la fame di revival, reboot e con una reunion di Willy il Principe di Bel-Air in arrivo, decide di produrne la serie tv.

Un progetto che si vende da solo, sulla carta potenzialmente una bomba. Sulla carta. E forse non è un caso che alla fine sia finito su Peacock (mentre la reunion speciale è andata su HBO Max). Lo streaming NBCUniversal (in Italia arrivato come brand dentro Sky e NOW) è alla spasmodica ricerca di un titolo cult acchiappa pubblico e si sarà fiondato a suon di milioni su questo progetto. Ma il risultato è un prodotto senza una vera identità e senza un vero pubblico, un po’ come Peacock che negli USA oltre a essere la casa delle serie NBC ha ben poco da dire e soprattutto ancora non ha trovato quel titolo “attira masse” o perlomeno attira premi e critici.

Bel-Air la trama, il cast e i dettagli sulla programmazione in Italia

Bel-Air lo guardi e pensi “perchè”?

La premessa di Bel-Ari è quella che tutti si aspettano. Willy è un ragazzo di West Philadelphia, stellina della squadra di basket locale che una sera si scontra con un gangster, finisce in galera con tutte le conseguenze sui suoi sogni di gloria ma a tirarlo fuori ci pensa lo zio che non vede da anni e che vive in California a Bel-Air. La madre lo va a prendere in carcere e lui arriva in California. Nel giro di 24 ore la sua vita è stravolta.

Il tutto è riletto in una chiave seriosa più che dark. Peccato che questo passaggio provochi sostanzialmente una sensazione di appiattimento e faccia venire voglia di chiedersi “perchè”. Bel-Air non è cupo come tanti altri gangstar drama ( i vari Power vi dicono nulla?), non è ovviamente divertente, non è un puro teen drama, non è un family drama, è un ibrido che ha solo un obiettivo: appesantire vicende raccontate in modo comico 30 anni fa. Eppure non necessariamente il razzismo, l’integrazione, le differenze sociali debbono essere raccontate in chiave drammatica, anzi spesso (e Modern Family in questo dovrebbe essere un esempio) con la comicità si può raccontare ancora meglio la società e le sue evoluzioni. Basta saperlo e volerlo fare.

Tutte le caselle flaggate

L’impressione sembra che il team di autori e produttori si siano messi a tavolino per trovare tutte le formule giuste per poter fare un prodotto moderno, contemporaneo, avvincente rileggendo il passato con uno sguardo presente. Quindi Hillary resta superficiale e viziata e diventa un’influencer, Carlton, personaggio cult nella commedia ma troppo “demenziale” diventa uno stereotipato ricco che per integrarsi in una scuola di bianchi accetta di tutto.

Manca l’obiettivo, ma manca anche una forma di coerenza del personaggio stesso di Willy che sembra cambiare atteggiamento a ogni scena, ogni tanto è saggio è intelligente, in altre è lo sfrontato ragazzino di Philly incapace di leggere il contesto in cui si trova. Tutto sembra troppo esagerato.

Alla fine Bel-Air non riesce a trovare il suo pubblico, non sapendo a chi rivolgersi. Gli amanti dell’originale si troveranno spiazzati e difficilmente apprezzeranno il salto. Al tempo stesso non è nè cruda e spietata da piacere agli amanti di Power, The Chi, Snowfall nè un black drama alla Empire o Our Kind of People. Difficilmente per Peaock può rappresentare il punto di svolta e il rischio è di finire nell’anonimato dopo il primo momento di hype e curiosità per l’idea. Se proprio si voleva andare a toccare l’originale l’idea potevano esser percorse altre idee come un remake contemporaneo semplicemente comico o una serie decisamente più cruda evitando i troppi riferimenti all’originale. Voto 5 (qui le pagelle seriali del 2022)

Se dopo aver provato il primo episodio di Bel-Ari non vi va di andare avanti ma vi sono piaciute alcune delle serie tv citate qui sopra, provate il “match” di TvTips per trovare nuove serie: scarica l’app, il tuo prossimo amore seriale ti aspetta.

Clicca sul banner per scaricare l’app TVTips, è gratis
Bel-Air la recensione il reboot di Willy Il principe di Bel-Air è una delusione per Peacock (in Italia è su Sky)Bel-Air un reboot che di "fresh" ha ben poco ed evidenzia i limiti di Peacock: la recensione