Dituttounpop > Cinema > Recensioni Film > C’è ancora domani, il successo di Paola Cortellesi arriva su Sky e Netflix

C’è ancora domani, il successo di Paola Cortellesi arriva su Sky e Netflix

C’è ancora domani è tante cose. In primis, è il debutto alla regia di Paola Cortellesi. Poi, è stato il film di apertura della diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Infine, è un film forse ingenuo ma anche molto toccante. Il soggetto e la sceneggiatura sono di Furio Andreotti, Giulia Calenda e Paola Cortellesi, la produzione è di Wildside e Vision Distribution. Dopo il grande risultato al box office con più di 36 milioni di euro incassati e i riscontri ottenuti anche all’estero, C’è ancora Domani arriva dal 31 marzo nel catalogo di NOW, Sky e Netflix. Un film da vedere per ricordarsi di cosa eravamo e di cosa ancora siamo, nel bene e nel male.

C’è ancora domani, la trama

Italia dell’immediato dopoguerra. A Roma, la povertà morde. Delia e Ivano hanno 3 figli. Per permettergli una vita dignitosa, Delia fa tantissimi lavoretti, oltre a prendersi cura della casa, dei figli, del marito e del suocero. Come se non bastasse, il marito la picchia praticamente quotidianamente, la figlia si arrabbia con lei perché non reagisce e non le è permesso, in quanto donna, né di guadagnare quanto un uomo né di dire quello che pensa su pressoché qualsiasi questione. Il capo della famiglia, il padre-padrone temuto da tutti, è Ivano.

Delia non pensa di avere scampo da questa vita, anzi nemmeno ci pensa, malgrado le preoccupazioni dell’amica Marisa e delle vicine di casa. Solo la proposta di matrimonio ricevuta dalla figlia, sommata a una misteriosa lettera e all’incontro con un amico di infanzia, le farà considerare di ribellarsi al volere del marito e allo status quo. Qualcosa, però, interverrà a cercare di fermarla.

C’è ancora domani, la recensione

Guardando questo film si potrebbe fare un errore immediato, di pancia. Si potrebbe essere portati a pensare che situazioni come quella di Delia e Ivano appartengano al passato, non esistano più. Non è così. E non si deve neanche uscire dall’Italia per trovarle, le abbiamo a casa nostra, nei nostri paesi. Nascoste in piena vista, in questo istante. Creare della finta distanza non servirà. In questa sua attualità, forse suo malgrado, sta la forza di questo film. Un altro punto luminoso è senza dubbio la rappresentazione del rapporto tra madre e figlia, di rabbia e amore e rabbioso perché pieno d’amore, triste perché non potrebbe essere diverso di così.

Per il resto, C’è ancora domani vuole essere un film speranzoso, una favola di libertà, e ci riesce. In questa ottica vanno contestualizzate alcune scelte di regia (le scene “di ballo”) e di colonna sonora, che lo alleggeriscono forse un po’ troppo. Anche il colpo di scena, l’ultimo, un filo troppo retorico, viene ricontestualizzato se si pensa alla situazione di Delia, e rimane verosimile fino all’ultimo e mai esagerato. Chi dice il contrario non si guarda abbastanza attorno.

Il cast

Paola Cortellesi è Delia, protagonista assoluta di questa favola storica molto triste ma anche luminosa. Valerio Mastandrea è Ivano, il terribile marito, che pensa che la sua superiorità sia intrinseca al fatto di essere nato uomo. Emanuela Fanelli è Marisa, amica di Delia, che cerca di farla svagare. Vinicio Marchioni è Nino, amico d’infanzia di Delia, che decide di lasciare Roma. Giorgio Colangeli è Sor Ottorino, il suocero di Delia. Romana Maggiora Vergano è Marcella, figlia maggiore di Delia e Ivano, che aspetta la sua proposta da parte del facoltoso Giulio. Francesco Centorame è Giulio.

C'è ancora domani

  • Priscilla Lucifora - 7.5/10
    7.5/10
  • Riccardo Cristilli - 8.5/10
    8.5/10

La recensione

In questa sua attualità, forse suo malgrado, sta la forza di questo film. Un altro punto luminoso è senza dubbio la rappresentazione del rapporto tra madre e figlia, di rabbia e amore e rabbioso perché pieno d’amore, triste perché non potrebbe essere diverso di così. Per il resto, C’è ancora domani vuole essere un film speranzoso, una favola di libertà, e ci riesce. In questa ottica vanno contestualizzate alcune scelte di regia (le scene “di ballo”) e di colonna sonora, che lo alleggeriscono forse un po’ troppo. Anche il colpo di scena, l’ultimo, un filo troppo retorico, viene ricontestualizzato se si pensa alla situazione di Delia, e rimane verosimile fino all’ultimo e mai esagerato.

Voto:

8/10
8/10