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La meravigliosa storia di Henry Sugar, un Wes Anderson condensato che incanta – La recensione

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Wes Anderson è un regista così visivamente connotato da risultare polarizzante. C’è chi lo ama e chi lo odia, nessuno sembra avere un’opinione tiepida su di lui. Con la forma del cortometraggio, poi, le sue caratteristiche peculiari si condensano e acutizzano. La meravigliosa storia di Henry Sugar, su Netflix dal 27 settembre, è una perfetta pillola di wesandersonità, e non si scappa. L’effetto è favolesco e adorabile.

Il corto è stato presentato fuori in concorso alla 80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ed è scritto e diretto da Anderson in persona e prodotto da Wes Anderson, Steven Rales e Jeremy Dawson. La direzione della fotografia è di Robert Yeoman, la scenografia di Adam Stockhausen e i costumi di Kasia Walicka Maimone, e se lo guarderete capirete perché ha senso nominarli. Al cinema, intanto, è uscito Asteroid City. 

La meravigliosa storia di Henry Sugar, la trama

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Henry Sugar è un uomo ricco, nato ricco e che ha intenzione di diventare sempre più ricco. Fare soldi senza lavorare è il suo interesse principale, e spesso bara giocando d’azzardo. Un giorno, in maniera fortuita, trova un libro che coglie subito la sua attenzione. Narra le vicende dell’uomo che ha imparato a vedere senza gli occhi. Sugar capisce subito che questa capacità sovrannaturale, ottenuta in anni di allenamento e concentrazione, può essergli utile per i suoi loschi fini. Decide dunque di provarci anche lui.

La meravigliosa storia di Henry Sugar, la recensione

Per chi conosce il regista, c’è poco da aggiungere. La meravigliosa storia di Henry Sugar è la quintessenza di Anderson: coreografato all’inverosimile, curato nei minimi particolari. Un meta racconto alla terza, un omaggio al concetto assoluto di storia e, forse, anche al potere creativo e positivo di queste storie, dell’introspezione e dell’attenzione in un periodo in cui nessuno ha più attenzione, tutto fatto attraverso la forma più breve di contenuto cinematografico che ci sia. Perché l’ironia sottile, sorniona e anche un po’ autocompiaciuta è forse il tratto più wesandersoniano che ci sia.

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Il cast

Il super cast di questo corto è composto da Benedict Cumberbatch (che interpreta Henry Sugar ma anche un’altra parte minore), da Ralph Fiennes, nei panni dello scrittore ma anche del poliziotto, da Ben Kingsley, che interpreta l’uomo che vedeva senza occhi e da Dev Patel, nel doppio ruolo di medico e di aiutante di Sugar.

Wes Anderson, gli altri cortometraggi

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La meravigliosa storia di Henry Sugar è tratto da un racconto di Roald Dahl, proprio come Fantastic Mr. Fox. Fa parte di una serie di corti, tutti tratti dagli scritti dello stesso autore, che usciranno su Netflix il 28, 29 e 30 settembre. Il primo è The Swan, storia di un ragazzo che resiste coraggiosamente ad angherie e crudeltà grazie all’intelligenza. Poi è il turno di The Ratchatcher, che come dice il titolo è la storia di un astuto cacciatore di ratti. Infine toccherà a Poison, che racconta le vicende di un giovane alle prese con un serpentello.

La meravigliosa storia di Henry Sugar, un Wes Anderson condensato che incanta

La recensione

Tutti i tratti costitutivi della cinematografia di Anderson vengono fuori in La meravigliosa storia di Henry Sugar, un racconto nel racconto alla terza che spicca per ironia e coreografia.

Voto:

7.8/10
7.8/10
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