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Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente, una perfetta serie di servizio pubblico ma senza mordente

Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente è una miniserie in 4 episodi prodotta da  ITV Studios Tiger Aspect Productions e Nordic Entertainment Group (NENT Group) in associazione con Livedrop Media, distribuita lo scorso dicembre nella neonata piattaforma di streaming ITVX. La miniserie è su Sky on demand e in streaming su NOW (in tv il 25 gennaio e 1 febbraio). Volto e simbolo della miniserie è David Tennant che si è trasformato in un perfetto Litvinenko, pelato e malato come nella foto che ha fatto il giro del mondo.

La storia è quella dell’omicidio di Litvinenko dissidente russo, ucciso nel 2006 per avvelenamento da Polonio avvenuto in pieno centro a Londra. L’uomo ha sempre ritenuto colpevole Vladimir Putin e la sua storia è stata raccontata in modo approfondito sui giornali. Una storia talmente perfetta che si raccontava praticamente da sola. O almeno così poteva sembrare.

Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente così perfetta da risultare finta

Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente ha tutto per funzionare. Eppure la miniserie divisa in due serate su Sky Atlantic e in streaming su NOW, non riesce a trovare una propria strada. La resa è così perfetta, curata, nel cast, nelle ricostruzioni, da risultare finta, plastificata, poco adatta a riprodurre una storia vera. Manca l’anima, il vigore in una serie che a dispetto del titolo, preferisce concentrarsi sulle indagini più che sulla storia del personaggio.

Sembra che si sia partiti dall’idea di riprodurre la foto del Litvinenko in ospedale con il volto di Tennant per poi costruirgli intorno un racconto fin troppo basico per essere vero. Manca la profondità dei dialoghi, manca lo spessore nelle ricostruzione delle dinamiche. Le cose succedono perchè sono già successe e quindi è così che deve andare, ma i nessi causali di ogni azione sfuggono. Entriamo subito nell’ospedale perchè è lì che gli autori ci vogliono portare, davanti ai due poliziotti mandati quasi per caso, a raccogliere la testimonianza di un uomo che sostiene di esser stato avvelenato.

Un procedurale all’improvviso

La serie assume così i contorni del procedurale, mentre tutto intorno la campagna mediatica, portata avanti da un amico giornalista della famiglia Litvinenko, fa crescere il caso. Gli inglesi sono sdegnati che qualcuno abbia compiuto un omicidio con un’arma chimica nel centro della loro capitale. Come se fosse questo il fulcro del racconto. Forse era troppo presto per fare una miniserie su questo caso, che raccontasse davvero la storia di Litvinenko i suoi rapporti con Putin, le ragioni della sua fuga. Il tentativo fatto dal creatore George Kay è stato quello di restare il più fedele possibile a quanto successo. In questo modo, però, manca il senso stesso di racconto di finzione. La storia di vera diventa la scusa per una spy story abbastanza basica, in cui gli elementi di umanità sono lasciati alle vite personali dei poliziotti, come se fossimo davanti a un procedurale qualsiasi.

Tennant sparisce praticamente dopo aver posato per la famosa foto ed essersi esibito in un’inflessione a metà tra lo scozzese e il russo. La miniserie dimostra così di aver perso di vista il proprio obiettivo. Come già successo con This England, inseguendo la perfezione narrativa e una parvenza di veridicità, gli inglesi finiscono per snaturare il senso seriale creando prodotti che risultano freddi, posticci, e cosa peggiore per chi racconta il presente, inutili. Un’operazione da servizio pubblico svilita dall’assenza di interesse per la modalità in cui è stata raccontata.

La recensione

Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente si perde nella sua stessa ricerca della perfezione provando a trasformare una storia vera in un procedurale a metà tra il poliziesco e la spy story ma perdendo ritmo e soprattutto interesse.

Voto:

6/10
6/10