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Maschile Plurale Giancarlo Commare, Gianmarco Saurino e Michela Giraud tornano insieme per il nuovo film di Alessandro Guida

I ricordi sono un bene prezioso perché ci permettono di rivivere dentro di noi gli odori, i sapori, il gusto dei momenti felici, ma possono essere anche una catena da cui bisogna liberarsi per andare avanti e non permettere a quei sapori di alterarsi e trasformarsi nel loro opposto.
Questo è ciò che dovrà capire Antonio quando dopo tre anni rivedrà Luca e di nuovo sarà costretto a mettersi in discussione con lui, con la sua miglior amica e alleata Cristina, ma soprattutto con sé stesso.
Questa, in estrema sintesi, è la trama di Maschile Plurale il nuovo film di Alessandro Guida con Giancarlo Commare nel ruolo di Antonio, Gianmarco Saurino in quello di Luca e Michela Giraud in quella di Cristina, che arriva dopo tre anni dal primo e fortunatissimo Maschile Singolare.

Da Maschile Singolare…a Maschile Plurale

Maschile Singolare uscì a giugno del 2021 direttamente su Prime Video perché eravamo ancora nel pieno di restrizioni, coprifuoco e regole Covid varie. In breve, il passaparola lo ha trasformato in un piccolo cult per la comunità Lgtbqia+ di cui raccontava un evento nuovo e inedito: quello che succede ad una metà di una coppia che “divorzia” dopo un’unione civile; Allora Antonio fu costretto a riprendere in mano la sua vita molto basic e reinventarsi, darsi una scossa, ed è l’incontro con Luca, tra sacchi di farina e pagnotte da infornare, ad aprirgli le porte di un mondo nuovo.

Sono passati tre anni e molte cose sono cambiate. Luca e Antonio hanno preso strade diverse pur vivendo entrambi nel ricordo di Denis, il trait d’union che non c’è più. Antonio è diventato un influencer della pasticceria e Luca un educatore in una casa rifugio per ragazz3 Lgbtqia+.

Antonio non ha una relazione mentre Luca sta con Tancredi e pensa di unirsi. Un giorno come tanti Luca va da Antonio per chiedere una delle sue torte ormai famose e Antonio capisce che non ha mai smesso di desiderarlo e di voler stare con lui. Il solo vederlo lo spinge di nuovo a rimettere tutto in discussione e gli propone di aprire un’attività insieme e di rilevare il forno degli zii di Luca, ormai chiuso, dove tutto era nato. Qui torna in campo anche Cristina l’amica speciale che tutti vorremmo, quella che ci supporta, ci capisce, ma che è anche la voce della nostra coscienza e quindi è quella che ci da, metaforicamente parlando, gli schiaffi più sonori.

Antonio vuole Luca per capriccio? Lo vuole perché rappresenta il suo spazio sicuro? In amore esistono le seconde possibilità? Si può andare avanti insieme camminando insieme in un futuro insieme, ma non coppia? Cristina ha il compito di essere il grillo parlante del protagonista, trovare anche in modo cinico e diretto le risposte alle domande di Antonio, ma non solo. Ogni tot deve ricordare anche a noi spettatori che i sequel sono sempre deludenti per permetterci di uscire dalla sala contenti di aver visto trasgredire questa regola non scritta.

Maschile Plurale

I millennial del film

Alessandro Guida torna a raccontare i millennial, quella mitologica generazione che nasce dopo quella X e prima di quella Z, ma che ha perso la sua identità da quando il concetto di Boomer inteso come vecchio e non al passo con i cambiamenti ha fagocitato tutto. Mascarpone, titolo della versione internazionale di Maschile Singolare, ha ottenuto un ottimo successo di pubblico e di critica all’estero sapendo dosare bene, come in una torta prelibata, cliché e luoghi comuni, realtà drammatiche, romanticismo, erotismo, amicizia e cattiveria.

Anche stavolta si esce dalla sala sazi e soddisfatti, ma essendo ormai dei palati viziati ci fa provare nuovi sapori e nuove rivisitazioni permettendo ai tre personaggi di presentarsi cresciuti, mostrando nuove fragilità, nuove certezze e perenni incoerenze.

A rendere la torta a sette strati ci pensano Marta de Filippi, Francesco Gheghi, Giulio Corso, Nicole Rossi, Claudio Colica, Lidia Vitale.

Le parole dei protagonisti di Maschile Plurale

Alessandro Guida: Com’è stato lavorare a questo progetto?

Sono stato molto contento di poter tornare a dirigere Giancarlo, Giammarco e Michela e attraverso loro poter toccare un argomento che mi sta molto cuore: se il passato può tornare, se in amore esiste una seconda chance, se la famosa minestra riscaldata è davvero così indigesta o se può essere una soluzione. Maschile Plurale ha la forza di raccontare questo mostrando come le cose cambiano.

Loro sono tutti andati avanti Antonio è un pasticcere di successo sui social, ma non è felice, Luca non ha più il forno di famiglia, ma ha una nuova famiglia con il compagno e le ragzz3 della casa-famiglia Lgtbtqia+, Cristina ha le sue soddisfazioni professionali e quel sano cinismo che le permette di affrontare la vita di petto anche per gli altri.

Sono felice che tutti e tre hanno accettato perché hanno portato nei personaggi anche la loro crescita professionale che è avvenuta in questi tre anni.
Michela attraverso Cristina, pur sdrammatizzando e facendo ridere su tutto, riesce a mostrare una capacità drammatica molto bella. Gianmarco rispetto al primo capitolo ha molte più scene e questo permette a Luca di dire molto più di sé e quando arriva lui la storia ha inizia. È impossibile che qualcuno non riesca ad immedesimarsi in Antonio nel suo non sapere resistere al magnetismo di Luca, che poi è quello di Gianmarco. Giancarlo è l’anima del progetto. Prima di iniziare le riprese ha avuto un infortunio e nonostante questo ha dato il 100%. Il film avrei potuto chiamarlo anche Maschile Corale perché oltre a questo prezioso tris d’assi ci sono tutti gli altri che anche in piccoli ruoli sono stati capaci di fare un grandissimo lavoro.

Giancarlo Commare: Com’è stato tornare ad essere Antonio?

È stato strano perché come diciamo nel film non dovremmo mai ancorarci al passato e non volevo ancorarmi al mio di passato, ma in realtà come il film ci insegna che bisogna sempre lasciarsi meravigliare da quello che il futuro ci riserva. Tornando ad essere Antonio l’ho potuto conoscere meglio, ho imparato da lui e da tutti gli altri personaggi del film. Luca e Cristina e tutti i nuovi perché hanno portato un racconto prezioso. Esattamente come per Maschile Singolare abbiamo lavorato tutti felici di far parte di questo progetto e credo che lo spettatore lo percepisca.

Michela Giraud: Com’è stato tornare ad essere Cristina l’amica che dovremmo avere?

Il primo film è stata una magia. Si è creato un gruppo molto unito e da subito volevamo fare il seguito. Tornare ad essere Cristina è stato catartico perché attraverso lei mi sono state messe in bocca cose che nessuno realmente si vuole sentir dire. Ammeto che a tratti è stato faticoso perché quelle cose le dicevo anche a me. Quando prepari un personaggio ti chiedi se sarai in grado di dargli quel carattere che è richiesto, se sarai capace di essere divertente, dura, cinica, necessaria. La rotondità del carattere del personaggio me lo ha fatto amare. Essere di nuovo insieme, anche con i nuovi personaggi, è stato davvero molto bello.

Gimmarco Saurino: Com’è stato tornare ad essere Luca?

Luca in questo film ha molto più spazio, ha la possibilità di raccontare un’altra parte di sé, più intensa, più matura, più vera. I tre anni che sono passati, tutto quello che ci è successo, hanno dato ad ognuno di noi uno spessore e un’anima ancora più bella. Ed è stato veramente importante poter tornare a raccontare quelle storie, quei vissuti, le cicatrici che si portano dentro, ma soprattutto la forza di andare avanti e crescere insieme.

 

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Maschile Plurale

si esce dalla sala sazi e soddisfatti, ma essendo ormai dei palati viziati ci fa provare nuovi sapori e nuove rivisitazioni permettendo ai tre personaggi di presentarsi cresciuti, mostrando nuove fragilità, nuove certezze e perenni incoerenze.

Voto:

7/10
7/10