Dituttounpop > Cinema > Recensioni Film > Mea Culpa, thriller psico sessuale che fa un buco nell’acqua – La recensione

Mea Culpa, thriller psico sessuale che fa un buco nell’acqua – La recensione

Ho l’impressione, ma forse è un problema tutto mio, che l’elemento thriller psicologico, quando si fonde con il tema della passione sessuale, dia vita a film un po’ cringe, difficili da guardare. Perché l’ossessione carnale è difficile da scrivere, e quando la vedi sullo schermo non può che fare strano, sembrare distante e assurda. Mea Culpa, film scritto, diretto e prodotto da Tyler Perry, disponibile in streaming su Netflix a partire dal 23 febbraio, non fa eccezione, e si inserisce nel filone Deep Water. Che bei ricordi. Mea Culpa finirà nella Top Ten di Netflix? Chi lo sa.

Mea Culpa, una storia di ossessione

Mea Harper è un’avvocatessa di successo, che però ha gravi problemi con il marito Kal. Le sue colpe dell’uomo? Aver perso il lavoro per colpa delle sue dipendenze e l’essere troppo legato alla madre e al fratello Ray, che da procuratore sta cercando di costruire delle basi solide alla sua candidatura da sindaco. Mentre Mea cerca di salvare il suo matrimonio, in città non si fa altro che parlare del pittore Zyair, accusato di aver ucciso la sua fidanzata. Il procuratore è contro di lui, che però vuole assolutamente essere difeso da Mea. La donna deciderà di prendere in carico il caso, mettendosi contro la famiglia del marito, che è molto più coinvolta nella faccenda di quanto si possa immaginare. Come se non bastasse, Zyair è estremamente attraente. Cosa succederà?

Mea Culpa, la scrittura non funziona

C’è troppa carne al fuoco. L’ossessione di Zyair per le donne, quella di Ray per il potere, i problemi coniugali di Mea e Kal trattati in maniera superficialissima. Mea, pur essendo la protagonista, è poco più di una sagoma, che si muove nel mondo in maniera insensata. Come se non bastasse, si aggiunge una riflessione abbozzata sulla cancel culture, sull’importanza di aspettare il processo prima di lanciarci in quelli mediatici. Ma perché. Come ciliegina sulla torta, la spinta alla sensualità funziona una volta su tre ad essere generosi. Il problema è la scrittura, e non ci piove. Non c’è molto da fare (né da dire) a riguardo. Peccato.

Il cast

Kelly Rowland è Mea, avvocatessa infelice e insoddisfatta alla ricerca di emozioni. Trevante Rhodes è Zyair, pittore manipolativo e problematica. Abbastanza da essere anche un assassino? Nick Sagar è Ray, ambizioso e cattivo. Sean Sagar interpreta invece Kal, di cui sappiamo molto poco. RonReaco Lee è Jimmy, Shannon Thornton è Charlise.

Mea Culpa, thriller psico sessuale che fa un buco nell'acqua - La recensione

La recensione

C’è troppa carne al fuoco. L’ossessione di Zyair per le donne, quella di Ray per il potere. Una riflessione abbozzata sulla cancel culture, sull’importanza di aspettare il processo prima di lanciarci in quelli mediatici. La spinta alla sensualità, che funziona una volta su tre ad essere generosi. Il problema è la scrittura, e non ci piove.

Voto:

5/10
5/10