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Odio il Natale, la commedia romantica per le feste che pesca tra gli stereotipi ma è adatta a chi aspetta il Natale tutto l’anno

Odio il Natale è la commedia romantica natalizia di Netlfix composta da 6 episodi e in arrivo il 7 dicembre. La serie è prodotta da Lux Vide, società del gruppo Fremantle, ed è il remake italiano della serie norvegese della piattaforma conosciuta come Natale con uno sconosciuto e composta da due stagioni rilasciate nel 2019 e 2020. E Odio il Natale è un puro remake con storie, situazioni e personaggi che si somigliano con l’originale norvegese.

Il lavoro degli sceneggiatori Elena Bucaccio, Viola Rispoli e Sivlia Leuzzi che arrivano tutti dal mondo della serialità generalista (da Viola come il Mare a Doc 2 e Il Commissario Ricciardi) è stato quello di trasportare l’ambientazione e lo stile della serie in Italia. Pilar Fogliati è la protagonista, Gianna, trentenne alla ricerca dell’amore, più per esigenze familiari e sociali che per una reale necessità nella serie su Netflix.

Odio il Natale la recensione

Viva gli eccessi

Viviamo costantemente immersi in un mondo social che finisce per condizionare la nostra vita, introducendo interessi, esperienze, emozioni viste su uno schermo verticale piuttosto che realmente vissute. Situazioni curiose estremizzate ed esasperate dalle aspettative social. Quanti video e quante battute nel corso degli anni sono state fatte sul Natale e sulle aspettative legate al Natale? Quanti riferimenti alle domande pressanti dei parenti che spesso nella realtà non esistono ma che emergono dai social in modo eccessivo? L’ansia sociale di vivere è alla base di Odio il Natale, una commedia romantica costruita su un insieme di “stories” social raccolte dalla voce narrante di Gianna – Pilar Fogliati.

Nella cornice della piccola Chioggia, una sorta di replica di Venezia in scala umana e familiare, si respira l’aria del Natale ma tutto è spinto all’estremo dal bambinello che si perde ai personaggi che Gianna si ritrova a incontrare nella disperata ricerca di un fidanzato per Natale. L’obiettivo è quello di esagerare per proporre un prodotto che possa essere leggero ma al tempo stesso far riflettere sull’amore, sull’amicizia, sul ruolo della donna. Peccato che tutto è soffocato da tentativi di risate che non arrivano e da un senso di leggerezza che è accentuato dagli stacchi in cui Gianna racconta in camera le sue disavventure.

Quello che finisce per mancare a Odio il Natale è il senso di naturale semplicità di una commedia romantica, d’amore e familiare. Ma soprattutto la verità con il dialetto che spunta solo in alcuni personaggi e non in altri (o tutti o nessuno il mix soprattutto tra parenti crea solo falsità superficiale). Non aiutano le amiche e la sorella di Gianna, che contribuiscono a esasperare la situazione soprattutto nelle prime puntate. Odio il Natale avrebbe avuto bisogno di una sceneggiatura più raffinata, meno calcata, meno eccessiva, meno da tv generalista. Voto 5.5 Riccardo Cristilli

Odio il Natale è adatta a chi…lo ama!

Se a Natale non vi sentite il Grinch ma anzi, entrate da subito nello spirito delle feste, Odio il Natale su Netflix, vi piacerà. La serie, remake italiano della norvegese Natale con uno sconosciuto, è un ottimo scacciapensieri in questi giorni frenetici che precedono giorni più tranquilli all’insegna di cenoni, regali e ritrovi in famiglia. E in vista delle feste voglio essere più buoni, e promuovo Odio il Natale con una sufficienza piena, nonostante la serie non sia all’altezza dell’originale.

Se Natale con uno sconosciuto infatti, affronta tematiche come relazioni, amore e famiglia con una certa maturità senza mai cadere nel superficiale o nel banale, lo stesso non si può dire del remake. Troppo sbrigativo nella sceneggiatura, costellato da cliché che si sarebbero potuti aggirare (la serie norvegese ci riesce brillantemente), caratterizzato da una performance a volte troppo teatrale nella dizione.
Per esempio, perché la protagonista pur vivendo a Chioggia (splendida della fotografia della serie) e figlia di genitori veneti, non ha alcuna cadenza nel suo accento? Questi dettagli, che per molti possono risultare superflui, a uno spettatore più attento rovinano in realtà la visione, impedendogli di immergersi completamene nella storia e di empatizzate con i personaggi.

Per quanto Pilar Fogliati sia molto brava come attrice, la sua dizione di impronta romana, si scontra un po’ con quelle che dovrebbero essere invece le origini di Gianna, la trentenne che interpreta nella serie. A parte ciò, senza troppe pretese, Odio il Natale intrattiene e fa sorridere e risulta un buon passatempo da divorare in binge watching (i sei episodi durano meno di mezz’ora ciascuno) con una tazza di tè e i biscotti allo zenzero illuminati dalle luci dell’albero di Natale. Voto 6+ Giorgia Di Stefano

Il cast

Pilar Fogliati ci prova ma il ruolo di Gianna è scritto 2-3 toni sopra l’esistenza normale di un essere umano, deve provare emozioni e sensazioni estreme e interagire con cartonati bidimensionali. Non è facile il suo compito.

Beatrice Arnera e Cecilia Bertozzi sono Titti e Caterina mentre Fiorenza Pieri è la sorella Margherita e Massimo Rigo e Sabrina Paravicini sono Pietro e Marta. Inoltre nel cast Nicolas Maupas nei panni di Davide, Marco Rossetti in quelli di Carlo, Alessio Praticò è Mario, Marcos Vinicius Piacentini è Thomas.