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Only Murders in the Building 3: la gang è tornata e Meryl Streep ruba la scena

In contemporanea mondiale riparte Only Murders in the Building (OMITB per chi ama gli acronimi), le prime puntate l’8 agosto e poi una settimana facendo compagnia al pubblico di HULU negli USA e di Disney+ nel resto del mondo fino a ottobre. Arrivata alla terza stagione la serie non si discosta dalla sua fortunata formula creata da Steve Martin, Dan Fogelman e John Hoffman.

Commedia dalle venature crime, o crime dalle connotazioni comiche, Only Murders in the Building ha la sua forza nell’improbabile gruppo di protagonisti, formato da tre inquilini dell’Arconia di New York uniti dalla passione per il podcast true crime: un regista teatrale sui generis (Martin Short), un insicuro attore ex stella dei polizieschi tv (Steve Martin) e una giovane Gen Z (Selena Gomez) che vive nell’appartamento della zia. Come novelle Jessica Fletcher gli omicidi continuano a precipitare nelle vite dei personaggi e come sempre li toccano da vicino.

Agganciandosi al finale della scorsa stagione, il morto è un attore (Paul Rudd) nel cast dello spettacolo teatrale che doveva rappresentare il grande ritorno sulle scene di Oliver. Le indagini saranno più complicate del previsto e si intrecceranno con le derive che le vite dei tre protagonisti hanno preso. Ma dal palco di Broadway si tornerà rapidamente nei confortevoli appartamenti dell’Arconia (senza entrare in troppi dettagli per non cadere in spoiler).

Only Murders in the Building

Only Murders in the Building 3 Meryl Streep e la necessità delle guest star

Inutile girarci intorno: Meryl Streep è il valore aggiunto di questa terza stagione di Only Murders in the Building. La divina illumina la scena con il personaggio della sua Loretta, un’attrice adulta che non ha mai raggiunto il successo e che ottiene un’insperata occasione grazie a Oliver. La sua dimessa semplicità, nasconde l’infinita bravura della Streep sotto un’aurea di umiltà che illumina ogni sua scena. Il table reading in cui Loretta non riesce a trovare il giusto accento per il suo personaggio, è di una disarmante perfezione e probabilmente solo questo, nel 2024 basterà per farle ottenere l’Emmy come non protagonista in una commedia. 

Nelle 8 puntate su 10 che abbiamo avuto modo di vedere in anteprima, la sensazione è che in questa stagione gli autori abbiano deciso di concentrarsi sulla parte più da commedia, sui personaggi molto più che sull’anima crime. Seguendo uno sviluppo abbastanza scolastico, in questa stagione assistiamo alla rottura del gruppo e alla parcellizzazione delle storie, una struttura abbastanza frequente nella serialità che permette da un lato di inserire nuovi personaggi, di variare le storie che altrimenti finirebbero per girare intorno a elementi già visti. Dall’altro lato serve a rimescolare le carte dei protagonisti per far capire nuovamente loro la ragione che li ha portati a unirsi.

Tutto questo è gestito con equilibrio, ma la sensazione è che la serie possa essere arrivata al proprio acme. Il rischio di infilarsi in un loop troppo ripetitivo con una quarta stagione è fin troppo grande e probabilmente gli autori sono davanti a un bivio: concludere o provare a resettare tutto, realizzando una quarta stagione in cui tutto viene messo in gioco. Oltre infatti alle guest star, in questa terza stagione ci sono pochi guizzi, soltanto variazioni di situazioni già viste dal viaggio mentale di Charles nella white room, agli incontri di Mable con la novità di stagione.

La serie continua a funzionare a far divertire, ad appassionare ma, come sempre capita con la serialità costruita su uno spunto particolare, il germe della ripetitività è dietro l’angolo. Personaggi, dialoghi, battute, situazioni rendono ancora Only Murders in the Building tra i migliori prodotti in circolazione. E però in queste puntate lo spunto del podcast si fa sempre più flebile, al punto che si finisce per dimenticarlo. La scelta vincente è stata quella di immaginare uno spettacolo teatrale con tutte le prove e la canzone impossibile da affidare a Charles.

Only Murders in the Building

La serie arrivata alla sua terza stagione ha una formula e una struttura consolidata che si prova modificare con l’inserimento delle guest star, su tutti una magnifica Meryl Streep che ruba la scena in queste nuove puntate. La commedia prevale sul crime e sicuramente è la componente che funziona meglio.

Voto:

7/10
7/10