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Reboot recensione: su Disney+ la meta-comedy dal creatore di Modern Family (e con un gran cast)

Reboot

I fan della “meta-tv”, di quegli show che raccontano la tv, non possono perdersi Reboot la nuova comedy disponibile su Disney+ dal 2 novembre con tutti gli episodi creata da Steve Levitan esperto del genere e che arriva dal successo di Modern Family. La serie ci porta negli uffici di Hulu dove un’autrice indie Hannah (Rachel Bloom), che dopo aver creato un piccolo e oscuro cult, propone di realizzare il reboot in chiave moderna e da streaming della sit-com Step Right Up dei primi anni 2000. Inizia così Reboot una divertente meta-serie sul dietro le quinte della tv.

Come spesso capita quando si vuole realizzare un reboot di una vecchia serie viene chiamato anche il vecchio creatore Gordon interpretato da Paul Reiser. Rachel Bloom e Paul Reiser, chi non vedrebbe una comedy con questi due protagonisti? Ma a Hulu e Steve Levitan non bastavano così Johnny Knoxville, Keegan-Michael Key e Judy Greer sono i vecchi protagonisti della comedy, Krista Marie Yu è la neo dirigente HULU della divisione comey e un mucchio di caratteristi della commedia riempiono la writers room. Un super cast che regge al meglio le redini di Reboot.

L’era dei reboot

In un periodo in cui le vecchie serie tv non fanno altro che tornare in varie forme, con i vecchi protagonisti o con personaggi totalmente nuovi, era inevitabile che prima o poi qualche autore “illuminato” decidesse di ironizzare su questo assurdo fenomeno della tv contemporanea. La serie tv Reboot è da questo punto di vista perfetta nel raccontare le dinamiche della tv di oggi, come lo streaming che strizza l’occhio alla tv generalista di un tempo ma cercando una via “alternativa”. O come la writers room divisa tra millennial “woke” e boomer “old school” per rispettare le due anime dei creatori dello show.

Però la serie finisce per non avere una forza corrosiva dirompente. La satira resta in superficie e il reboot sembra più una scusa per trovare una storia diversa da raccontare capace di uscire dalle formule classiche della commedia (anche se di serie sulla meta tv non ne mancano…). Le dinamiche che si vengono a creare finiscono così per essere più convenzionali di quelle che si vogliono distruggere. Non solo ma è possibile riconoscere alcune caratteristiche dei personaggi di Modern Family (Gordon è Jay, Zack è Luke, Reed è Phil).

La parte più divertente resta quella legata alla costruzione della serie tv, le scene nella writers room regalano battute caustiche e di rottura verso il politicamente corretto. Probabilmente i più giovani potrebbero obiettare come si noti sia stata scritta da “un vecchio” per una certa propensione dei più giovani ad avvicinarsi al mondo degli adulti. Ma alla fine un po’ di comicità vecchia scuola e scorretta non fa mai male (se non è offensiva, ovviamente).

Paul Raiser e Rachel Bloom sono gli inevitabili punti di forza della serie. Keegan-Michael Key non esce dalle maschere che ha sempre interpretato e a tratti risulta eccessivo, troppo caricaturale. La sorpresa è Johnny Knoxville che forse ha tra le mani il personaggio più complesso e profondo di tutta la serie e lo maneggia dandogli diverse sfumature (indimenticabile la scena in cui tenta di ridoppiarsi).

Il voto

In conclusione Reboot diverte, fa ridere, piacerà sicuramente agli amanti delle serie tv e della tv in genere, ma finisce per sembrare un’occasione sprecata e poco significativa. Possibile che con quell’idea di fondo e quel cast non si sia cercato di fare qualcosa di più di una comedy su una sitcom? Voto 7.5