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Recensione Gomorra 5, la soap nera finisce prima che sia troppo tardi

Recensione Gomorra 5 la migliore serie tv italiana arriva al termine restando fedele a se stessa

L’uso del termine “soap” nel titolo di questa recensione di Gomorra 5 è indubbiamente una provocazione. Ma al tempo stesso è indubbio come la serie tv che torna su Sky e NOW da venerdì 19 novembre con i primi due episodi, prenda a piene mani da una fortunata tradizione di quelle “prime time soap” che hanno fatto la storia della tv generalista americana.

Non deve esser scambiato come un insulto, come un’offesa a quella che indubbiamente è la migliore serie tv italiana in circolazione. Una serie tv che racconta una lunga storia d’amore, che ha avuto una risurrezione miracolosa che, bisogna ammetterlo, non avremmo accettato da nessun altro prodotto italiano o meno ma che ci ha portato a un film come L’Immortale e a una quinta stagione che è un potente preludio al finale (che non abbiamo visto, quindi sul finale ci torneremo).

La lotta per il potere

Faide familiari, racconti di potere e poi i lunghi silenzi, gli sguardi profondi di sfida e di disperazione sono tutti elementi utili ai cambi di scena, ai finali di puntata, a conferire drammaticità all’episodio inserito nella trama complessiva. Non solo ma con i tanti cambi di attori tra una stagione e l’altra, viste le stragi di personaggi, ogni stagione ha avuto le sue lotte, le sue dinamiche interne. Il tutto con l’obiettivo di raccontare in modo veritiero e sincero una drammatica realtà, come hanno spiegato attori, produttori e lo stesso Roberto Saviano nella conferenza stampa di presentazione (qui per approfondire).

Gomorra ha rappresentato per Sky e per la serialità italiana il raggiungimento della maturità dopo Romanzo Criminale. Soprattutto dalla terza stagione in avanti, Gomorra ha compreso come il profondo radicamento alla tradizione italiana, poteva essere ulteriormente valorizzato dalla tradizione della serialità americana fatta di una costruzione di puntata chiara e riconoscibile, di colpi di scena, e profondamente popolare.

Il successo di Gomorra in Italia come all’estero (la serie è stata venduta in 190 paesi) non è quantificabile solo in numeri ma anche nell’impatto che ha avuto sulla società, generando dialoghi entrati nell’uso comune, creando una propria identità visiva ben riconoscibile. E la quinta stagione non fa altro che aggrapparsi a quanto fatto in passato per portarci alla necessaria e inevitabile conclusione.

Gomorra 5 e l’identità costruita nel tempo

Anche in questo la produzione ha dimostrato di aver colto a pieno la lezione internazionale: bisogna avere il coraggio di chiudere. Proprio perchè “soap nera” Gomorra aveva tutte le potenzialità per durare in eterno, o quasi, vista anche l’abilità nell’introdurre ogni stagione personaggi che in breve tempo conquistano la scena e una propria autonomia. Ma il rischio di indebolirsi, di iniziare a girare a vuoto, era fin troppo alto. E la prima metà della quinta stagione è tutta una costante costruzione dell’attesa dell’inevitabile scontro finale tra Ciro e Gennaro che si sono amati, odiati, che si sono traditi e appoggiati, nel corso del tempo come in una lunga storia d’amore.

Voto 7.5 perchè Gomorra è rimasta fedele a se stessa non ha tradito le attese degli utenti, non ha cambiato il proprio stile ma ha proseguito quel solco tracciato fin dalla prima stagione e che ne ha fatto le fortune.

Gomorra 5 da venerdì 19 novembre su Sky e NOWRecensione Gomorra 5, la soap nera finisce prima che sia troppo tardi