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Recensione The Umbrella Academy 2, quando una seconda stagione sistema i problemi della prima

Recensione The Umbrella Academy, stagione 2. La stagione della correzione che alterna tematiche sociali, a una storia di supereroi problematici che ha riscoperto quel ritmo che prima mancava. Dal 31 luglio su Netflix.

A più di un anno dalla prima stagione, da venerdì 31 luglio su Netflix debutterà la seconda stagione di The Umbrella Academy, la serie tratta dai fumetti di Gerard Way, frontman e fondatore dei My Chemical Romance e illustrati da Gabriel Bá. Una seconda stagione che si distingue dalla prima per un ritmo più veloce e gradevole.

The Umbrella Academy è prodotto da Steve Blackman che ricopre anche il ruolo di showrunner, con Universal Content Production che di occupa della produzione per Netflix, insieme alla Dark Horse Entertainment. Ecco il trailer:

The Umbrella Academy, stagione 2: la trama

Cinque ha avvertito la sua famiglia (così tante volte) che usare i poteri per fuggire dall’apocalisse di Vanya del 2019 sarebbe stato rischioso. Bene, aveva ragione: il salto nel tempo sparpaglia i fratelli per tutta Dallas, in Texas, per un periodo di tre anni a partire dal 1960. Alcuni, rimasti bloccati nel passato per anni, si sono costruiti una nuova vita e sono andati avanti, certi di essere gli unici sopravvissuti.

Cinque è l’ultimo ad atterrare, nel mezzo del giorno dell’apocalisse, che – spoiler! – è il risultato dell’interruzione temporale. Ora i membri dell’Umbrella Academy devono trovare un modo per ricongiungersi, capire cosa ha causato il giorno dell’apocalisse, fermarlo e tornare al tempo attuale per bloccare quell’altra apocalisse. Il tutto mentre vengono cacciati da un trio di spietati assassini svedesi.

Recensione The Umbrella Academy, stagione 2

Riusciranno i sei + 1 a fermare l’apocalisse? L’apocalisse è ancora al centro della storia della seconda stagione, in fondo la prima stagione è servita a introdurre i personaggi, si è più concentrata sui rapporti interpersonali, sulla scoperta dei valori della famiglia e dell’insieme, del cosa significa essere eroi, e quali responsabilità ne derivano. The Umbrella Academy, anche se con un ritmo abbastanza lento, ha dato il vita al sottogenere dei supereroi cinici, di quelli che in fondo sono persone normali con normali sentimenti, e che commettono errori come tutti. Un’immagine completamente opposta rispetto all’eroe standard a cui siamo abituati (quelli Marvel e DC). Concetto poi portato in tv all’ennesima potenza da The Boys su Amazon, che resta insuperabile da questo punto di vista.

La seconda stagione di The Umbrella Academy fa un passo avanti in questo senso, migliora il ritmo, migliora l’azione, migliora la comedy e il cinismo, è più una serie in senso stretto che una riflessione sui valori del gruppo e della famiglia, e che sposta il suo focus verso altri temi come la discriminazione per colore della pelle e per orientamento sessuale, una conseguenza del periodo storico in cui è ambientata la seconda stagione, impossibili da ignorare, ma che forse sono superflui per il tipo di serie. Sia chiaro, c’è tutto quello che ormai possiamo definire lo “stile Netflix”, come il nuovo balletto che diventerà la nuova scena da condividere sui social, ma in tutto ciò si è cercato un equilibrio. Al netto delle riflessioni, The Umbrella Academy è riuscita a costruire una storia avvincente, ritmata, che alterna momenti drammatici a quelli comici, in alcuni casi anche esagerando in uno o nell’altro senso, ma che nel complesso si trasforma in un prodotto equilibrato, perfetto per una maratona estiva, prendendo un’altra direzione rispetto alla prima stagione. Voto 7.5 – Davide Allegra.

The Umbrella Academy è tutto quello che ha perfettamente descritto chi mi ha preceduto in questa seconda stagione. Pur essendo un ottimo prodotto d’intrattenimento, la serie ha un difetto di fondo: per riempire le puntate approfondisce e introduce personaggi che hanno poca forza, poca sostanza e esistono solo per riempire. Storie che restano di contorno e non aggiungono e tolgono nulla, rallentando il ritmo e soprattutto sforzandosi di elevare il tono della serie, cercando di raggiungere livelli drammatici che non le competono. Nell’inevitabile terza stagione (sarà l’ultima?) speriamo di evitare questi riempitivi (anche se il finale non fa ben sperare) spingendo l’acceleratore sull’azione, sul divertimento, sulla leggerezza. Voto 7 Riccardo Cristilli

The Umbrella Academy 2 aggiusta il tiro rispetto alla prima stagione che, personalmente, non mi aveva “coinvolto” perché troppo concentrata ad essere originale e diversa piuttosto che trovare una propria identità. In questa seconda invece si trova l’equilibrio, fra i personaggi, fra i generi, fra le storyline; si parla di temi sociali e soprattutto si parla dei (super) eroi protagonisti che devono fare i conti con i propri fallimenti, con uno stile visivo e musicale oramai preciso. Tutto in un risultato che intrattiene e porta a voler fare il binge watching ma anche a gustarsela con calma. Voto 7,5 Federico Vascotto

Il Cast

  • Ellen Page: Vanya Hargreeves
  • Tom Hopper: Luther Hargreeves
  • David Castañeda: Diego Hargreeves
  • Emmy Raver-Lampman: Allison Hargreeves
  • Robert Sheehan: Klaus Hargreeves
  • Aidan Gallagher: Numero Cinque
  • Cameron Britton: Hazel
  • John Magaro: Leonard Peabody
  • Colm Feore: Reginald Hargreeves
  • Justin H. Min: Ben Hargreeves
Recensione The Umbrella Academy, stagione 2. La stagione della correzione che alterna tematiche sociali, a una storia di supereroi problematici che ha riscoperto quel ritmo che prima mancava. Dal 31 luglio su Netflix.Recensione The Umbrella Academy 2, quando una seconda stagione sistema i problemi della prima