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#TBT Throwback Thursday in Serie: Alla riscoperta di… The Good Wife su Amazon Prime Video

#TBT – Throwback Thursday in serie: Alla (ri)scoperta di… The Good Wife

Nuovo appuntamento con la rubrica settimanale di Dituttounpop che fa un tuffo nel passato, dedicata alla riscoperta di drama e comedy più o meno “storici”, ma anche del passato recente, che arrivano in catalogo sui vari servizi streaming o anche piccole grandi chicche seriali e che quindi potrete recuperare con delle belle maratone di binge watching. Stavolta tocca a The Good Wife.

The Good Wife, la brava moglie di Julianna Marguiles

Questa settimana torniamo al passato recente con The Good Wife, il legal drama di CBS andato in onda per sette stagioni dal 2009 al 2016 su CBS e ora disponibile su Amazon Prime Video.

Quando viene coinvolto in uno scandalo sessuale e accusato di corruzione, il procuratore Peter Florrick (Chris Noth, perfetto in ruolo “anti”-Big di Sex and the City) viene incarcerato e la moglie Alicia si ritrova a dover badare alla famiglia da sola. Per riuscire a far fronte alle spese decide di tornare, dopo un decennio di assenza dalle aule di tribunale, a lavorare come avvocato, professione abbandonata in seguito al matrimonio. L’amico del college Will Gardner (Josh Charles) la assume nel suo studio legale “Stern, Lockhart & Gardner”, dove Alicia conosce Diane Lockhart (una meravigliosa Christine Baranski), socia alla pari di Will, Cary Agos (un Matt Czuchry post-Una mamma per amica e pre-The Resident), giovane avvocato in competizione con Alicia, e Kalinda Sharma (Archie Panjabi), un’investigatrice di origini indiane che aveva precedentemente lavorato con Peter Florrick.

Una premessa legal che più legal non si può. Eppure The Good Wife è una serie che grazie alla sapiente penna dei coniugi Robert e Michelle King ha saputo trasformarsi e reinventarsi, anche se in realtà a ben guardare fin dal pilot era molto più del “caso della settimana”. Una trama orizzontale sempre più fitta, un legame con l’attualità preponderante, tanti casi, un numero infinito di guest star prestigiose che come nelle migliori serie accettavano di buon grado di partecipare a una manciata di episodi e poi di tornare.

Perché i due punti di forza di The Good Wife sono proprio da un lato il forte legame con l’attualità, l’avanzamento tecnologico, la politica e la legge americana fatta di cavilli, riferimenti al presidente in carica e non solo. Dall’altro gli autori non si dimenticano mai di nulla: nessuna storyline, nessun personaggio, anche la guest star più guest star è parte del disegno più grande nella storia di Alicia Florrick, non è mai inserita in modo casuale o fine a se stesso. Una serie che è andata avanti per sette stagioni da 22 episodi con un impegno non da poco rispetto alla tv via cavo che ha tempi più dilatati e “cinematografici” come sappiamo (soprattutto negli ultimi anni); come ci tenne la Marguiles a sottolineare nel discorso di accettazione del Premio Emmy (che ha vinto nel 2011 e 2014 e il Golden Globe nella stagione inaugurale del serial nel 2009).

La caratteristica poi peculiare dello show è che parla fondamentalmente della “brava moglie” di turno, che si deve sì rimboccare le maniche in seguito allo scandalo del marito come molte mogli casalinghe che non vedono (o non hanno voluto vedere), ma soprattutto deve restargli accanto per il nome e per la politica… e queste due anime saranno sempre in conflitto in Alicia, fino alla fine.

Difficile nominare le tante guest star che si sono via via susseguite nella serie, fra tutte scegliamo Michael J. Fox e il suo “terribile” alter ego legale Louis Canning, con la malattia dell’attore perfettamente inserita nel personaggio.

Verso il futuro: The Good Fight

Sono coinvolgenti le relazioni fra i personaggi, le ricchissime sfaccettature degli stessi e l’aspetto legal-sociale dei casi e delle storie raccontate. Un aspetto che i coniugi King hanno provato a replicare – forse non riuscendoci del tutto perché meno coesi, lungimiranti e più politici in seguito alla presidenza Trump – nello spin-off nato da una costola della serie e complice l’avvio del servizio streaming di CBS, CBS All Access, nel 2017 (presto Paramount+).

La serie è tuttora in onda e nel 2021 arriverà la quinta stagione (le prime due sono disponibili sempre su Prime Video) ma ha dovuto fare i conti con vari abbandoni del cast e cambi di narrazione. Tutto comunque iniziò nel 2017 con Diane Lockart (Christine Baranski), Lucca Quinn (Cush Jumbo, conosciuta nell’ultima stagione di The Good Wife) e la new entry Maia Rindell (Rose Leslie) insieme a Marissa Gold (Sarah Steele), la figlia di Eli (un altro dei personaggi cardine della serie madre).

La scelta più naturale (e forse banale) per uno spin-off sarebbe stata far avviare uno studio di sole donne a Diane come pronosticato negli ultimi episodi di The Good Wife, ma così non è stato e la storyline principale con cui “nasce” The Good Fight poi fa spazio ad altro, e ad altre storie.

La sigla e i titoli degli episodi

La sigla, pur nella sua semplicità, si evolve e di stagione in stagione mostra un’Alicia sempre più determinata e indipendente. Peculiarità dei titoli originali degli episodi (poiché con le varie traduzioni questo intento si è persa) è l’essere “palindromi” o meglio che il numero delle parole contenute nel titolo corrisponde al numero della stagione. Questo fino alla quarta, per poi tornare a ritroso ad una parola nella settima stagione, pensata fin dall’inizio come ultima (ascolti permettendo) dai coniugi King. Quindi il rapporto diventa: 1-2-3-4-3-2-1.

Il cast

Julianna Margulies è Alicia Florrick
Josh Charles è Will Gardner
Christine Baranski è Diane Lockhart
Matt Czuchry è Cary Agos
Archie Panjabi è Kalinda Sharma
Graham Phillips è Zachary “Zach” Florrick
Makenzie Vega è Grace Florrick
Chris Noth è Peter Florrick
Alan Cumming è Eli Gold
Zach Grenier è David Lee
Matthew Goode è Finley “Finn” Polmar
Cush Jumbo è Lucca Quinn
Jeffrey Dean Morgan è Jason Crouse