Pubblicità
Dituttounpop > Prime Video > Subservience è un AI thriller con poco di umano — La recensione

Subservience è un AI thriller con poco di umano — La recensione

Pubblicità

L’ultimo paio d’anni sta vedendo la nascita di un nuovo genere: l’AI Thriller, incentrato sulle ansie e le speranze di uno zeitgeist che vede le funzioni primarie della società sempre più automatizzate. In questo filone si inserisce S.K. Dale con Subservience, film del 2024 approdato il 2 agosto su Prime Video e già volato in cima alla sua top ten.

Subservience: senza padroni

Quando la moglie Maggie ha sviluppato una malattia cardiaca improvvisa, la vita del capocantiere Nick è finita sottosopra da un giorno all’altro. Adesso si trova da solo a gestire il lavoro, l’ospedale, la figlia Isla ed il neonato Max. Per dare una mano in casa Nick prende Alice, un’androide super efficiente capace di simulare le emozioni umane. La sua presenza sembra essere manna dal cielo per la vita domestica di Nick, ma a poco a poco inizia a mostrare un lato inquietante: per proteggerlo o semplificargli la vita Alice è disposta a qualsiasi cosa. E, una volta che il gioco è iniziato, la famiglia di Nick sembra essere sempre più a rischio

- Pubblicità -

Subservience: il buono e il pessimo

Iniziamo con il buono: Subservience è un film che, in termini di valori di produzione, combatte molto sopra alla sua categoria di peso. Costato poco più di quattro milioni di dollari, una serie di scelte produttive intelligenti gli permettono di adottare il look and feel di una pellicola di fantascienza mid-budget (se pensiamo che Atlas è costato 100 milioni, non c’è gara).

subservience-film-prime-video-2

 

L’unico problema è che la spina dorsale del film non riesce a reggere tutta questa muscolatura visiva. A costo di ripetermi, il copione sembra una prima bozza, ed il tropo dell’IA ribelle è approcciato con l’acume e la nuance di uno schiacciasassi. Fra una svolta sexy assolutamente banale, conflitti poco credibili e una struttura infinitamente prevedibile, Subservience è un film che non si gode: si sopporta. In definitiva, bocciato Subservience ma promosso Scott Dale, che con questo secondo lungometraggio prova le sue notevoli doti da regista tecnico. Aspettiamo solo che Hollywood gli affianchi un team di sceneggiatura che sappia farne l’uso che meritano.

Il cast

Megan Fox è Alice, un’androide domestica di ultimo modello disposta a fare di tutto per migliorare la vita di Nick, capocantiere diviso fra lavoro e doveri familiari interpretato da Michele Morrone. Madeline Zima è Maggie, moglie di Nick che sta combattendo contro una difficile malattia cardiaca in attesa di trapianto. Infine, Andrew Whipp è Monty, un collega di Nick che nutre un particolare odio per gli androidi.

La recensione

Subservience è un film con il look and feel di una pellicola con dieci volte il suo budget, ma senza un’adeguata sceneggiatura a sostenerlo. Il tema dell’IA ribelle è approcciato in modo banale e la svolta sexy è gratuita e innecessaria. Abbiamo però fede nell’output futuro del regista.

Voto:

5.5/10
5.5/10
Pubblicità