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Un’Estate Fa, la recensione: tra nostalgia, crime e drama la serie trova il giusto equilibrio

Un’Estate Fa è la nuova serie tv Sky Original disponibile dal 6 ottobre su Sky Atlantic, on demand e in streaming su NOW. Protagonisti sono Lino Guanciale e Filippo Scotti che interpretano lo stesso personaggio, Elio, nel presente e nel 1990. Nell’estate del 1990 del mondiale italiano, delle notti magiche, Arianna scompare. Più di 30 anni dopo viene ritrovato il suo cadavere e per Elio, che non ricorda nulla di quell’estate, inizia un viaggio nei ricordi. Un’allucinazione o un viaggio nel tempo?. Tra crime, dramma e nostalgia Un’Estate Fa funziona.

Un’Estate fa la recensione

Effetto nostalgia

Alcuni ricordi restano indelebili, come certe estati. Ci rimangono addosso, anche dopo anni, anche quando sono ormai sbiaditi, sfocati, quasi sopiti. A volte basta una canzone, un nome, un odore per farli tornare a galla, per riaccendere la nostra memoria e catapultarci in un moto incessante di nostalgia e malinconia. Quasi tutti i ricordi funzionano così, belli o brutti che siano. E la malinconia, si sa, non è mai la vera immagine di quel passato che il più delle volte rimpiangiamo, spesso è solo la versione filtrata di qualcosa che abbiamo perso, che non c’è più, che in molti casi ci manca. Ricostruire fedelmente e con dovizia di particolari gli eventi trascorsi è praticamente impossibile, per tutti.

Nella finzione, per Elio non è così. Il suo ricordo, rimasto sopito per anni, torna violentemente a galla decenni dopo la scomparsa del suo primo amore, il cui corpo viene ritrovato in fondo a un lago, trent’anni dopo quell’estate maledetta. Per Elio, che inizia a soffrire di allucinazioni, comincia così un viaggio tra presente e passato ininterrotto, tra dolore e nostalgia, tra sensi di colpa e domande che non trovano risposte.

“Un’estate fa” tocca tutti questi temi, e lo fa in maniera misurata, mai esagerata, e con una cifra stilistica elegante e composta, che si muove sul labile confine tra fiction e serie tv. Gli episodi sono scorrevoli e piacevoli, la storia intrigante, lo stile azzeccato e il cast convincente oltre ogni aspettativa. Grazie alle riproduzioni fedeli e precise degli anni Novanta sulle spiagge italiane, e a una colonna sonora centratissima e meravigliosa, chi in quegli anni è cresciuto ritroverà il super Santos, le audiocassette, le vecchie macchine fotografiche e tutta quell’atmosfera retrò che qui risulta pertinente e non ridondante come altrove. Gli appassionati di fiction crime invece, troveranno pane per i loro denti nel corso dello sviluppo della storyline sulla scomparsa e sull’omicidio di Arianna.

Un’estate fa mette a segno un buon punto tra le produzioni Sky, con già un piede pronto per la seconda stagione. Voto 7.5 come fiction, 7- come serie tv Giorgia Di Stefano

Un’estate fa, l’effetto balsamico di una serialità matura

Non produci una serie tv come Un’Estate Fa se non ti fidi del tuo team di sceneggiatori, se non sei convinto della tua produzione seriale, perchè è una serie potenzialmente “pericolosa” in cui è facile inciampare e su cui devi investire. Il 1990 è un anno vivo nella memoria di molti, ricostruirlo senza trasformarlo in un ricordo distorto non era semplice. L’operazione è riuscita grazie a una ricostruzione minuziosa dei dettagli e alla scelta azzeccata delle musiche. Un investimento che è sinonimo di fiducia ma anche di consapevolezza di aver raggiunto uno standard qualitativo che non si può abbassare.

Un’Estate Fa prosegue la scia di produzioni Sky decise ad abbracciare un pubblico più popolare prendendo dei volti noti della tv italiana come Lino Guanciale e Claudia Pandolfi, ma senza abbandonare il proprio stile assolutamente riconoscibile. Paolo Pierobon nei panni di un tormentato, sarcastico, cinico ispettore (la coppia con il Gori di Alessio Praticò meriterebbe uno spinoff puramente crime) è uno dei punti di forza di una serie che è riuscita nell’impresa di giocare con il tempo, con il crime, con il teen drama, mescolando tutto e restando credibile. Leggendo la trama era proprio questo il dubbio: la credibilità. Eppure grazie all’operazione di cesello fatta tra sceneggiatura, regia e montaggio, tutte le parti stanno in piedi, nessuna prevale, nessuna crolla.

Ci sono inevitabili concessioni a una forma di fiction più popolare, alcune parti troppo didascaliche, alcuni leggeri sbrodolamenti emotivi, ma nelle sue parti più thriller Un’Estate fa si avvicina agli inavvicinabili maestri inglesi del genere. E tutto si conferma nel finale equilibrato e convincente e che fa alzare il voto. Voto 8 Riccardo Cristilli

  • Giorgia Di Stefano - 7.5/10
    7.5/10
  • Riccardo Cristilli - 8/10
    8/10

Un'Estate Fa

“Un’estate fa” tocca temi come la nostalgia, il ricordo e lo fa in maniera misurata, mai esagerata, e con una cifra stilistica elegante e composta, che si muove sul labile confine tra fiction e serie tv. Gli episodi sono scorrevoli e piacevoli, la storia intrigante, lo stile azzeccato e il cast convincente oltre ogni aspettativa. A partire dall’ispettore di Pierobon cinico, sarcastico, scostante che meriterebbe uno spinoff in coppia con il Gori di Alessio Praticò.

Voto:

7.8/10
7.8/10