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Everybody Loves Diamonds, la serie che voleva essere Ocean ma è diventata…Scuola di ladri

Everybody Loves Diamonds si inserisce nel filone di originali di Prime Video per l’Italia accomunati dalla ricerca di un gusto da commedia e dal titolo inglese, sulla scia di Bang Bang Baby e The Bad Guy. Una scelta ben precisa con l’obiettivo di prendere un genere e stravolgerlo con un tono surreale al limite dell’assurdo.

L’ambizione, però, spesso si scontra con la realtà e le 8 puntate di Everybody Loves Diamonds danno la sensazione di uno sforzo produttivo che non ha portato al risultato sperato. Tanto lavoro sprecato per cercare di assomigliare a Ocean’s Eleven, potendo contare sul fascino di una rapina realmente realizzata, per finire a fare...Scuola di Ladri. Una stanca commedia all’italiana con quell’uso dello straniero da caratterista, con un personaggio sopra le righe, che sa tanto di periferia del mondo.

Purtroppo Everybody Loves Diamonds con il passare delle puntate non fa ridere nè sorridere, non riuscendo nell’obiettivo di fare una commedia. Non appassiona per l’heist, con soluzioni tirate per i capelli e un po’ raffazzonate a posteriori, finendo per rompere quel patto di credibilità che si viene a creare con lo spettatore. Chi guarda vuole esser sorpreso da soluzioni inaspettate ma queste devono essere coerenti con quanto visto prima, non sembrare aggiunte in modo casuale. (E il finale era più citofonato di un vecchio tormentone).

Non funziona Kim Rossi Stuart. O meglio funziona quando interpreta il Leonardo gioielliere impeccabile all’interno del Diamond Center, quando recita in inglese e quando non deve forzare un dialetto piemontese. Al contrario quando cerca di essere più naturale, più spontaneo, risulta finto e forzato. E questo contagia anche gli altri attori, con il dialetto che spunta in modo casuale e poco coerente rispetto anche al ruolo che si interpreta.

Non è tutto da buttare. Everybody Loves Diamonds è complessivamente un prodotto piacevole, soprattutto la struttura complessiva della sceneggiatura, la fotografia, le ricostruzioni sono di ottimo livello come ti aspetti da Wildiside. Ma è come se fosse poi intervenuto qualcuno per renderla poco più di una fiction Rai o Mediaset, poco in linea con una produzione per una piattaforma di streaming internazionale. Probabilmente ha una o due puntate in più del necessario, si concentra su alcuni aspetti che potevano essere compressi.

Potremmo definirla una serie da Gen X, non più boomer e non ancora millennials, come i suoi protagonisti, che cadono nelle stesse ingenuità della serie. Tutto è troppo caricaturale, come in quelle commedie che si facevano tra fine anni ’80 e inizi ’90. La direttrice bionda, algida, tedesca che parla quell’italiano che ti aspetti, l’avvocato ambiguo, l’ispettore con cappello e impermeabile che fa tanto…ispettore. La serie ti illude ma poi non mantiene le sue promesse e premesse e con il passare delle puntate prevale un senso di inadeguatezza rispetto alla serialità contemporanea. Un’occasione mancata.

Everybody loves diamonds

Tanto lavoro sprecato per cercare di assomigliare a Ocean’s Eleven, potendo contare sul fascino di una rapina realmente realizzata, per finire a fare...Scuola di Ladri. Una stanca commedia all’italiana con quell’uso dello straniero da caratterista, con un personaggio sopra le righe, che sa tanto di periferia del mondo. Potremmo definirla una serie da Gen X, non più boomer e non ancora millennials, come i suoi protagonisti, che cadono nelle stesse ingenuità della serie.

Voto:

5.5/10
5.5/10