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Gen V lo spinoff di The Boys è l’esempio perfetto di come si espande un franchise – La Recensione

The Boys è indubbiamente una delle serie tv di maggior successo di Prime Video. In termini di visualizzazioni non lo sappiamo con certezza, ma dal punto di vista della riconoscibilità, dell’interesse, del legame con i fan si può essere più tranquilli. A dimostrarlo c’è anche l’arrivo dello spinoff Gen V che arriva a intrattenere il pubblico in attesa della quarta stagione.

Gen V la recensione

Gen V è il perfetto esempio di come espandere in modo creativo una serie senza scadere in banalità. La serie non è un teen drama che avrebbe richiamato un pubblico più ristretto, ma un’espansione delle tematiche di The Boys concentrando l’attenzione meno su personaggi noti e riconoscibili e maggiormente sulla storia. Paradossalmente Gen V ha le potenzialità per diventare una serie migliore di The Boys perché non ha la necessità di accontentare personalismi, non deve fare i conti con personaggi conosciuti e riconoscibili e può sviluppare la sua trama poggiando su uno stile e un terreno che il pubblico già conosce.

Le dinamiche scolastiche cedono presto il passo a una trama corposa e che porta lo spettatore nelle pieghe di una cospirazione legata alla Vought che potrebbe avere riflessi anche nella serie principale. Gen V è un’espansione di The Boys che deve essere vista da chi ha seguito The Boys e non può essere seguita indipendentemente dalla serie principale. E tutto lascia pensare che la stagione 4 di The Boys avrà dei forti legami con Gen V.

Gen V non perde tempo a definire il tono della serie. Inizia “omaggiando” la serie principale con una scena splatter piena di sangue che ci fa subito capire le difficoltà di una generazione di eroi forzati, costretti a diventare qualcosa di diverso per volere di altri. Le pressioni dei genitori vengono quindi indirizzate fin dall’infanzia con una semplice iniezione. Ma non tutti possono fare i supereroi. Così c’è anche chi studia per diventare ballerino di Ballando con le stelle o per partecipare all’ennesimo reality. L’importante è sfruttare l’essere eroi.

La serie così prosegue quel filone di denuncia social e sociale, di costruzione dell’apparenza che già è portato avanti dalla serie principale, portandolo all’interno delle dinamiche di un college di alto livello, come le più classiche delle Ivy League americane. Il mondo degli eroi, i loro poteri sono un riflesso del nostro mondo, preso costantemente di mira nei suoi eccessi e nei suoi difetti dai creatori della serie. Gen V non si risparmia e confida tutto nella capacità dello spettatore di accettare quanto proposto, di accettare la provocazione e la sfida. Il tutto in un contesto più equilibrato rispetto a The Boys e proprio perchè esisteva The Boys.

Lo sviluppo che la serie prende nella seconda parte di stagione, gli episodi finali, sono il perfetto esempio non solo di come fare uno spinoff/offshot che dir si voglia, ma anche di come fare una serie che non ha paura di scontentare il pubblico, che va per la sua strada senza cercare di piacere a tutti.

Gen V

Lo spinoff di The Boys è l’esempio perfetto di come si espande un franchise, creando una serie che deve essere vista da chi ha seguito l’altra, trascinando il pubblico in un mondo che già conosce e che non deve essere presentato, ma trovando una propria strada autonoma. Differenziandosi senza distaccarsi. E soprattutto non è un teen drama.

Voto:

9/10
9/10