Dituttounpop > SERIE TV > Locke & Key 3 la recensione: un’ultima stagione che non trova la giusta chiave per conquistare il pubblico

Locke & Key 3 la recensione: un’ultima stagione che non trova la giusta chiave per conquistare il pubblico

Locke & Key la recensione della terza stagione su Netflix

Locke & Key si ferma prima del declino definitivo. Girata in coda alla seconda stagione, la terza e ultima stagione di Locke & Key compie la definitiva trasformazione della serie tv in un prodotto per ragazzi, una serie tv d’avventura per adolescenti a metà tra “Piccoli Brividi” e le serie tv per ragazzi di Disney Channel tra maghi, mostri e amicizie. Non a caso in quest’ultimo capitolo il protagonista è decisamente il più giovane della famiglia Locke, Bode e i cattivi di turno sembrano appena usciti da una favola.

La scelta, furba, di girare subito seconda e terza stagione annunciando in anticipo la chiusura è servita a Carlton Cuse e Meredith Averill per evitare la tentazione di continuare a indugiare su una storia finita, trovando una conclusione classica e senza particolari guizzi. Le due stagioni sono talmente collegate che il matrimonio dello zio Duncan rimasto in sospeso nella seconda stagione, avviene in questi episodi della terza.

Da favola dark a…favola

Nella recensione della seconda stagione abbiamo parlato di una favola dark per bambini cresciuti. In questa terza stagione le atmosfere “dark” diventano sempre più rarefatte e siamo davanti a una “favola” adatta a tutte le età ma soprattutto alle famiglie con figli alle scuole medie. Un declino che parte nel corso della seconda stagione e proseguito puntata dopo puntata attraverso scelte che mirano a spurgare le vicende di ogni tentativo di profondità.

Emblematico in questo senso il percorso intrapreso dai cattivi. Nella prima stagione l’inevitabile nemico era incarnato dalla seducente Laysla De Oliveira, nella seconda stagione era il compagno di classe Gabe interpretato da Griffin Gluck. In questa terza stagione il cattivo è Gideon (Kevin Durand), una giubba rossa che arriva dal passato, evocato da Dodge, un potente demone dai piani fumosi e incoerenti che ha come unico scopo quello di perseguitare i Locke. Un classico cattivo che non affonda mai il colpo, perchè non necessario ai fini della storia e che tra voce profonda e look trasandato è costruito solo con lo scopo di destabilizzare. Peccato però che non sia una trama di contorno ma il motore dell’azione della stagione.

Siamo davanti a otto episodi realizzati per chiudere e per portare a una conclusione il più semplice, pacifica, scontata e poco controversa possibile. Un percorso netto e banale da rendere vano lo sforzo fatto per seguire la serie e gli episodi della terza stagione. L’impressione è che tutti non vedessero l’ora di passare a un nuovo progetto dagli autori, che nonostante tutto hanno detto di aver raccontato la storia che volevano, agli attori. Svogliata e costantemente sopra le righe Darby Stanchfield nei panni della mamma Nina, il tentativo di dare una storyline autonoma a Tyler (Connor Jessup) si infrange rapidamente. Scompare totalmente la vita dei protagonisti, ormai impegnati solo a combattere il cattivo. Così come l’anima della serie, le chiavi magiche, finiscono per essere solo un elemento del racconto perdendo quell’aspetto metaforico delle loro funzioni che ne era una caratteristica.

Una normalizzazione inaspettata che rende superfluo perder tempo con questi ultimi episodi.

Locke and Key 3 la recensione della stagione finale senza spoiler, ecco cosa ci aspetta negli ultimi episodi, il votoLocke & Key 3 la recensione: un'ultima stagione che non trova la giusta chiave per conquistare il pubblico