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Recensione Christian: il santo picchiatore romano spicca il volo con il finale

Recensione Christian da venerdì 28 gennaio su Sky Atlantic e NOW in streaming

Recensione Christian la serie su Sky – Christian è la nuova serie tv originale Sky prodotta insieme a Lucky Red, da oggi venerdì 11 febbraio tutta disponibile on demand e NOW in streaming con stasera su Sky Atlantic gli ultimi due episodi. Ambientata a Roma nella periferia della città palazzo di Corviale, racconta la storia del picchiatore di un boss cui improvvisamente compaiono le stimmate sulle mani finendo così per compiere miracoli.

Il protagonista è interpretato da Edoardo Pesce, mentre Claudio Santamaria è un investigatore della Santa Sede che dà la caccia ai falsi miracoli (per saperne di più di Christian qui trovate la scheda, mentre qui le dichiarazioni della conferenza stampa). Prima ancora di entrare nel dettaglio di una recensione complicatissima perchè arrivati alla fine dei sei episodi la serie prende direzioni inaspettate lasciando spiazzato lo spettatore, Christian è l’ennesimo passo avanti delle serie tv di Sky Italia che pur continuando a operare per il mercato italiano e a raccontare storie italiane, è proiettata su scala globale.

Christian e quell’ironia che salverà il mondo

Sgombriamo subito il campo da una questione che potrebbe destabilizzare parte del pubblico. Christian non è un supereroe, pur essendo ispirato a un fumetto, ha ben poco di fumettistico, più vicino a Il Miracolo di Ammanniti che a Daredevil, giusto per provare a definire i contorni di quello di cui stiamo parlando.

La serie tv ha una venatura mistico-soprannaturale ma per la maggior parte del tempo assistiamo a un dramma sulla periferia, sulla vita degli ultimi, dimenticati da Dio e dallo stato, che hanno come speranza di salvezza solo quella di affidarsi al classico boss che controlla le assegnazioni degli appartamenti, lo spaccio, i negozi che vengono aperti. Un luogo di rassegnazione e senza speranza, proprio quella che invece Christian può ridare con la sua aria semplice e bonaria. La sua vita consiste nel picchiare chi dice il boss che l’ha cresciuto e accudire la mamma ormai affetta da demenza senile. E quando le stimmate interrompono la sua routine, Christian non sa come reagire, è spiazzato da questa novità che gli impedisce di fare il suo lavoro.

Non ha chiesto di fare miracoli, non vuole farli, non sa che farne di questo dono che assomiglia più a una maledizione. E tutto questo lo affronta con quella ironia popolare, bonaria e caustica allo stesso tempo, che è tipica della romanità e che solo a Roma puoi trovare (spiace per chi si risentirà per l’ennesima serie in romano, come si direbbe nel GRA “stacce”). Proprio questa caratteristica rende la serie tv unica nel suo genere, il dramma è ammorbidito dal senso di rassegnata leggerezza che accompagna le esistenze in questa città palazzo che vuole diventare il simbolo della serie come le vele di Gomorra o il porto di Petra, il BarLume.

Non si può dire niente senza fare spoiler

Christian è talmente ricca di sfumature che banalizzarla cercando di inquadrarla in qualche genere è eccessivamente riduttivo. Allo stesso modo cambia così tante forme nel corso delle sue puntate che nulla si può dire senza fare spoiler.

Si può però elogiare la perfezione dei personaggi presenti in Christian. Scritti divinamente e recitati ancora meglio, anima di una serie che non smetteresti mai di vedere e che una volta finita non vedi l’ora di vederne altre. In Christian naturalmente la religione è presente, ma solo chi non capisce la differenza tra documentario e finzione, chi crede che ci siano ancora tabù intoccabili potrebbe trovare disturbanti alcune scene o alcuni dialoghi. Anche per questo la serie tv alza l’asticella e sfida il pubblico e la serialità italiana ad accettare la provocazione a non adagiarsi ma a provare a raccontare qualcosa di poco confortevole.

I personaggi memorabili

Meravigliosi i personaggi e le interpretazioni degli attori che fanno rimpiangere l’assenza di Emmy all’italiana (non perchè ci sia bisogno di dare dei premi ma perchè visto il numero di produzioni ormai presenti sarebbe forse arrivato il momento di realizzarli). Edoardo Pesce dà corpo, volto, anima, al protagonista, lo riveste di quella bonaria simpatia che rende accettabile qualsiasi cosa. Un cattivo dall’animo gentile, picchiatore per necessità, per impossibilità di scelta di una vita diversa.

Christian
Foto di Matteo Graia

Al contrario di chi, come il veterinario Tomei, ha scelto di lasciare la sua normalità e di finire tra gli ultimi, riversando nel cinismo il dolore della sua esistenza. Sa di essere un bisogno primario per la criminalità locale, per i tossici e sfrutta questo aspetto non per arricchirsi ma per far pesare agli altri il loro stato di necessità. Rachele, interpretata da Silvia D’Amico recentemente vista in A Casa tutti bene, è la spalla “dell’eroe”, il suo stimolo, quella che ne ha visto le capacità e le potenzialità, motore del cambiamento possibile, come tutte le donne di questa serie.

Il boss Lino è un personaggio straordinario. Un leader saggio, un filosofo degli ultimi, dittatore della città palazzo che gestisce con la forza della paura e la debolezza di parole vuote ma cariche di significato, ma un uomo che nasconde infinite fragilità del suo passato.

Christian non ostenta racconta

La serie tv come il suo protagonista non ostenta, non vuole dare lezioni o fare la morale a qualcuno, racconta una storia, lo fa cavalcando un genere soprannaturale poco usato in Italia e lasciando che sia il pubblico a percepire il significato di quello che vede. Christian ambienta un mystery soprannaturale che piacerebbe tanto agli americani, in mezzo agli ultimi, infilando colpi di scena fino all’ultimo minuto dell’ultima scena dell’ultima puntata.

E lo fa con quel gusto tutto italiano per il racconto popolare e umano, capace di esaltarsi con il sapore della commedia amara. E allora il soprannaturale lo dimentichi perchè è un mezzo per un racconto non un fine per raccontare qualcosa. Voto 9

…è da vedere se

Meglio evitare di collegare Christian a qualsiasi cosa, è unico ed è giusto che sia così. Però pPer scoprire altre serie tv da vedere simili c’è l’app gratuita dei nostri partner TV Tips. Divertirvi a cercare il vostro nuovo amore seriale potete sfruttare la funzione “match” per trovare nuove serie: scarica l’app, il tuo prossimo amore seriale ti aspetta.

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