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Sharper è tutto fumo e niente arrosto. La recensione del film su AppleTV+ con Julianne Moore

AppleTV+ ci ha abituati a una selezione di contenuti superlativa. L’equilibrio perfetto tra l’inaspettato e il godibile, pellicole ben fatte, discrete, sempre di qualità, spesso con cast notevoli. Sharper, diretto da Benjamin Caron, scritto da Brian Gatewood e Alessandro Tanaka e distribuito da A24, si pone in maniera ambigua rispetto a questa cosa, deludendo un po’ le aspettative (che, a onor del vero, erano molto alte).

Disponibile dal 17 febbraio in streaming su AppleTV+, è la storia oscura di un gruppo di persone spietate, che hanno una e una sola cosa in comune: l’amore per il denaro, la disponibilità a fare pressoché di tutto per ottenerne un bel po’, anche a tradirsi a vicenda. Sarà il cast (così sulla punta della lingua vi diciamo Julianne Moore e Sebastian Stan), sarà il trailer estremamente sleek e noir, però la sensazione una volta visto è che Sharper non abbia mantenuto le sue promesse e le sue premesse.

Sharper, tutti contro tutti per il dio denaro

Diviso in parti che portano il nome dei suoi personaggi, Sharper ha un andamento temporale atipico, un po’ disordinato. Si parte dal presente prossimo e, di nome in nome, si arretra e si svela un disegno più intricato di quello che ci si potrebbe aspettare. Poi si torna nel presente, e le trame si svelano, i nodi vengono al pettine, la situazione precipita e si invola. Ma andiamo con ordine. Tom è un ragazzo sensibile e tendente alla depressione che ha perso la madre. Suo padre, Richard, è un uomo ricchissimo e influente, che gli permette di fare quello che vuole. Come, ad esempio, tenere aperta una libreria indie antiquaria anche se non rende un centesimo. Un giorno in questa libreria entra Sandra, che sembra la donna fatta apposta per lui.

I due si innamorano, ma lei scompare dopo avergli sottratto con l’inganno 350 milioni di dollari. Max è un giovane e attraente truffatore sociopatico che si trascina di luogo in luogo cercando di derubare le sue malcapitate vittime. É figlio di Madeline, la compagna di Richard, o così gli è utile far credere al riccone. Il piano, naturalmente, in combutta con Madeline, è di rubargli qualche soldo e, sapendolo molto malato, di mettere le mani sulla sua eredità. Non continuiamo per non farvi spoiler, ma sappiate che i colpi di scena non finisco mai dove vi aspettate.

Sharper, less is more?

A che punto potrebbero arrivare le persone per il potere e la ricchezza? Che relazioni malate si innescano tra questi personaggi? Quanto si deve essere spietati e truffatori per farcela nella vita (e per truffare gli altri truffatori in un loop costante)? Una serie di domande si autogenerarno da questo pellicola che prova piacere nella sua perversione, che continua a mescolare le carte in tavola per rendere tutto sempre più oscuro e malato. L’effetto è stancante. Sharper è un gioco cinematografico per capire quanto si può tirare la corda con i capovolgimenti, i colpi di scena, i cambi di ruolo.

La risposta è: molto poco, pare, senza rischiare di compromettere l’integrità stessa della sceneggiatura e dei suoi personaggi e senza passare dal film d’intrattenimento vagamente inquietante al gimmick da letteratura di genere sperimentale.

La recensione

Una serie di domande si autogenerarno da questo pellicola che prova piacere nella sua perversione, che continua a mescolare le carte in tavola per rendere tutto sempre più oscuro e malato. L’effetto è stancante. Sharper è un gioco cinematografico per capire quanto si può tirare la corda.

Voto:

5.5/10
5.5/10