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I 10 Flop del 2023, le serie tv che più ci hanno deluso

Non tutto sempre funziona e può piacere anche il 2023 ha i suoi flop. Per questo ogni anno abbiamo deciso di affiancare alle migliori serie tv anche la classifica delle peggiori serie tv dell’anno. Quelle che ci hanno più deluso, quelle che non hanno funzionato, come sempre sulla base del nostro sindacabilissimo giudizio. La classifica delle 10 peggiori serie tv del 2023 è elaborata unendo le divere segnalazioni fatte da Riccardo Cristilli, Giorgia Di Stefano e Federico Vascotto. Ci sono sia titoli italiani che americani. Ovviamente c’è tanta roba in giro, soprattutto su Netflix arrivano tantissime serie tv da tutto il mondo, quindi anche in questo caso è una fotografia di quello che abbiamo visto e non un compendio generale della serialità dell’anno.

Le 10 serie tv Flop del 2023

Citadel
Courtesy of Prime – Citadel

L’elenco delle delusioni dell’anno non è una classifica, ma, appunto, un elenco, non c’è un livello di proporzione numerica ma è un calderone di proposte che non ci hanno convinto per svariate ragioni.

Fatal Attraction – Attrazione Fatale (Paramount+)
Questo remake aveva altissime aspettative e per una buona parte ha funzionato fino al punto in cui non ha funzionato più. Il finale ha rovinato tutto, sprecando un’occasione.

SuburraEterna s.1 (Netflix)
Il sequel-spinoff di Suburra aveva tutto per non dover funzionare e alla fine ha confermato tutti i dubbi e le perplessità. Personaggi deboli, caricature continue, esagerazioni, forzature, questa serie ha reso eterna la delusione verso Suburra e i suoi protagonisti.

Shelter s.1 (Prime Video)
Harlan Coben con la figlia si perdono nell’adattamento della saga con protagonista Mickey Bolitar dando vita a una produzione che prende una deriva teen vecchia e fuori tempo.

Secret Invasion, miniserie (Disney+)
Poco apprezzata soprattutto dai fan del mega universo Marvel per la difficoltà di trovare una sua strada ben definita e per l’uso dei vari personaggi Marvel coinvolti decisamente poco valorizzati.

Citadel s.1 (Prime Video)
Il mega progetto internazionale di Amazon, un action-spy da cui nasceranno diversi spinoff locali per dare l’idea della ramificazione internazionale della piattaforma, ha le radici marce. La serie è un semplicissimo action senza grossa inventiva e che soffre dei tanti problemi produttivi che ha avuto. La grandiosità economica si perde nella banalità narrativa. Speriamo che le stagioni successive e i vari spinoff tra cui quello italiano che sarà il primo ad arrivare, salvino la baracca.

Domina s.2 (Sky/NOW)
In Domina 2 si salva solo la manifattura italiana di costumi e scenografie, per il resto è tutto da buttare, con la storia annacquata e rovinata dalle necessità di semplificazioni americane.

True Lies s.1 (CBS-Disney+)
L’action con venature comiche, i light procedurali, sono una formula che sta prendendo sempre più piede, ma questa serie tv che partiva da un film di successo, fa acqua da tutte le parti. Debole è fare un complimento.

Manifest finale (Netflix)
Finale pessimo per il mystery cancellato da NBC e salvato da Netflix. Chissà se Jeff Rake aveva pensato questo finale fin dal primo momento o se ci è arrivato dopo, fatto sta che la scelta fatta per questa serie la avvicina a uno sketch improvvisato.

La Legge di Lidia Poët
Lidia. (L to R) Eduardo Scarpetta as Jacopo Barberis, Matilda De Angelis as Lidia Poet, Pier Luigi Pasino as Enrico Poet in episode 103 of Lidia. Cr. Lucia Iuorio/Netflix © 2022

La Legge di Lidia Poet s.1 (Netflix)
Pompata (da una campagna mediatica carica di influencer) e pomposa, un procedurale per millennials ambientato nel passato perchè fare le serie in costume dà sempre qualche spunto in più per parlare. Un femminismo quasi “di maniera” che anziché raccontare adeguatamente una storia che lo meriterebbe, risulta ridondante e a tratti superficiale.

The Idol (HBO/Sky)
Non tutte le ciambelle di HBO riescono con il buco. Soprattutto quando ti affidi all’ego smisurato di un autore è difficile raddrizzare una produzione che era destinata al fallimento. Ancor prima che la serie uscisse era scritto nelle stelle che The Idol dovesse fallire. La cattiva pubblicità, i racconti di rimaneggiamenti, di tagli, di richieste estreme di The Weeknd ne hanno accompagnato il rilascio rovinando una serie. Guardando poi il prodotto finito ci si rende conto di come il tentativo di inseguire l’eccesso abbia portato a far deragliare una storia che poteva anche avere un senso. Un’occasione sprecata.