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Ted Lasso, i commenti a un finale per una serie indimenticabile (ma non per tutti…)

Non è un bel periodo per gli appassionati di serie tv. Nel giro di una settimana o poco più sono arrivati i finali di serie tv capolavoro come The Marvelous Mrs. Maisel e Succession, di una serie mediocre ma godibile come Manifest e di Ted Lasso. Anche se nonostante un episodio che era un perfetto finale di serie, da Apple hanno insistito a chiamarlo finale di stagione. Ma è stato un finale di serie e qualsiasi cosa dovesse arrivare dopo sarà in ogni caso qualcosa di diverso.

Ted Lasso i commenti al finale

L’importanza di Ted Lasso

Nell’ultima settimana i finali di stagione di tre serie meravigliose hanno stravolto gli animi di molti spettatori: abbiamo salutato Midge Maisel, la famiglia Roy e Ted Lasso. Se alle prime due serie non possiamo recriminare nulla in termini di riuscita della series finale (entrambe strepitose e magistrali), sicuramente su Ted Lasso qualcosa da dire ci sarebbe. A partire da alcune storyline risolte troppo in fretta (quella di Nate o quella di Jamie con suo padre), fino ad altre portate avanti forzatamente (il rapporto Keeley- Roy per esempio).

Inoltre la durata di alcuni episodi (oltre un’ora) ad alcuni è sembrata eccessiva e leggendo in giro, le critiche a questa stagione non sono mancate. Ma io sono vecchia scuola, sono un’eterna romantica e onestamente di gettare fango su una serie che mi ha letteralmente scaldato il cuore per tre anni, proprio non ci riesco. Il pretesto calcistico è solo l’introduzione a una storia meravigliosa sui rapporti e sulla salute mentale, sulla solitudine e l’importanza di “crearsi” una famiglia laddove la propria, quella di sangue, viene a mancare.

E sia Ted sia tutti i personaggi di questa serie, per me sono stati uno splendido gruppo di amici, da incontrare ogni settimana mentre lo show era in onda. Un gruppo di persone ognuna con la sua battaglia personale da portare avanti giorno dopo giorno, guidato da un uomo di una sensibilità straordinaria, dallo sguardo confortante e dalla battuta sempre pronta.

Ted Lasso

Un uomo lontanissimo dalla mascolinità tossica che dilaga in altre serie, fragile e profondamente umano, a cui tanto di noi vorrebbero assomigliare. Per imparare come lui a porgere sempre l’altra guancia nonostante tutto, a dare una seconda possibilità a chi (non) la merita, a non vergognarsi di mostrarsi in tutte le sue ferite e a sorridere anche quando da ridere, c’è davvero ben poco. Ecco io credo che i personaggi di questa serie, Ted in primis, meritino tutti il lieto fine che l’ultimo episodio gli ha regalato: perché per quanto il mondo del Richmond e di Lasso sia fittizio e a tratti quasi fiabesco, io non mi stancherò mai di credere che un mondo così possa esistere, soprattutto mentre quello in cui viviamo sta andando letteralmente a rotoli.
Ciao Ted, spero tornerai a trovarci in qualche modo: io non ti dimenticherò. Voto Giorgia Di Stefano: 8.5 (TvTips)

Un Unicum che fa stare bene

Ted Lasso è stato un unicum nel panorama seriale contemporaneo e forse di sempre, sia come personaggio che come show televisivo. Perché una serie che faccia stare così bene dopo la visione è difficile ricordarla. La nostra copertina di Linus seriale. E nonostante questa terza ed ultima stagione possa essere stata eccessivamente lunga, altalenante, forse un po’ sfilacciata, forse meno realistica, il finale che non può che farci fare pace con la serie e soprattutto con Coach Lasso, che è stato capace di migliorarci la vita (proprio come ha fatto con l’AFC Richmond) in un modo che è davvero difficile da esperimere a parole). E per questo non potremo che dire per sempre “Grazie Ted, per fortuna che ci sei stato”. Voto 9 Federico Vascotto

Caro Ted non mi mancherai

Chi mi ha preceduto ha descritto tutti gli aspetti positivi di una serie tv come Ted Lasso, tutte le ragioni per cui è molto amata ed è entrata nella storia della tv. Eppure questa terza stagione ha inevitabilmente condizionato il mio ricordo verso questa serie. Ted Lasso parte con un’idea assurda quanto improbabile e impossibile: un coach di football si ritrova a fare l’allenatore di calcio in Inghilterra. L’idea assurda ha uno svolgimento assurdo e per tutte le prime due stagioni il calcio ha una sua importanza nell’economia della serie ma rimane un elemento favolistico, immaginario, fuori dalla realtà.

Nella terza stagione gli autori che, come ho già avuto modo di sottolineare nel commento ai primi 4 episodi, sono diventati arroganti e un po’ boriosi, hanno deciso che quella che era nata come una comedy positiva, buonista e scaccia pensieri dovesse iniziare a dare messaggi importanti e realistici. Così ecco le durate superiori all’ora, riempite di vicende che potevano esaurirsi in fretta, di sketch stiracchiati all’estremo, ma paradossalmente anche di storie esaurite in fretta. Ecco i temi che riflettono la realtà con l’inserimento di riferimenti che però stonavano con l’impianto immaginario della serie. Se portiamo Ted Lasso nella realtà è tutto totalmente assurdo e improbabile in ogni minimo risvolto. Ted è come se fosse un cartoon in cui tutto è possibile dai calciatori ingaggiati nei bagni, al calcio totale imparato sul campo nel giro di 2 allenamenti.

Quando Ted Lasso si ricorda di essere una favola come nell’episodio ad Amsterdam o nelle ultimissime scene, allora funziona. Quando prova a essere maturo si scontra con personaggi così surreali che non possono esistere, sia per comportamenti che per modo di parlare. E allora fa bene al cuore per il suo messaggio positivo di fondo, ma fa male per l’eccesso di fantasia scambiata per realtà. Voto 6.5 Riccardo Cristilli

  • Federico Vascotto - 9/10
    9/10
  • Giorgia Di Stefano - 8.5/10
    8.5/10
  • Riccardo Cristilli - 6.5/10
    6.5/10

Ted Lasso

Ted Lasso è un uomo lontanissimo dalla mascolinità tossica che dilaga in altre serie, fragile e profondamente umano, a cui tanto di noi vorrebbero assomigliare. Per imparare come lui a porgere sempre l’altra guancia nonostante tutto, a dare una seconda possibilità a chi (non) la merita, a non vergognarsi di mostrarsi in tutte le sue ferite e a sorridere anche quando da ridere, c’è davvero ben poco.

La nostra copertina di Linus seriale.

Voto:

8/10
8/10