Outcast: intervista al cast della nuova serie tv di Robert Kirkman

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Dopo aver partecipato all’anteprima europea del pilot di Outcast, abbiamo incontrato il cast principale della nuova serie tv di Robert Kirkman (The Walking Dead) il 21 Aprile 2016 al Press Junket organizzato da Fox Italia, che trasmetterĆ  lo show dal 6 Giugno 2016Ā in contemporanea mondiale assieme ad altri 128 Paesi (il 3 Giugno debutta invece negli UsaĀ suĀ Cinemax). Abbiamo avuto la possibilitĆ  di scambiare due chiacchiere conĀ Patrick Fugit (Kyle Barnes), Philip Glenister (Reverendo Anderson), Wrenn SchmidtĀ (Megan Holter), Reg E. Cathey (Capitano Giles) eĀ KateĀ LynĀ Sheyl (Allison Barnes) ed ecco cosa ci hanno raccontato.

Com’ĆØ stato dover colpire un bambino? Non capita spesso che nei film di possessione qualcuno prenda a botte il posseduto.

Fugit: E’ allarmante, quando l’ho letto sicuramente era allarmante. Penso che fosse nelle intenzioni di Robert che fosse tale. Non ĆØ una decisione che abbiamo preso alla leggera, volevamo essere sicuri che il bambino Joshua (interpretato da Gabriel Bateman) sembrasse davveroĀ malignoĀ e toccasse tutti i punti giusti in Kyle e fosse abbastanza spaventoso da produrre nel protagonista quell’effetto di “esplosione” e ricorsa allaĀ violenza: non ĆØ qualcosa che Kyle vorrebbeĀ fare e se ne vergogna subito dopo averlo fatto, ma ĆØ qualcosa che ha sperimentato durante la propria infanzia, ĆØ come se stesse perpetuando la violenza che ĆØ stato costretto a subire; e a questo punto della suaĀ vita haĀ perso qualunqueĀ cosa a causa di questa entitĆ  che non sa cos’ĆØ e quindiĀ il bambino posseduto diventa l’oggetto della sua frustrazione. E’ un po’ folle il tutto in effetti [ride].

E’ mai accaduto qualche fatto strano, inspiegabile, un po’ horror sul set durante le riprese?*

Glenister:Ā PropriamenteĀ horror no, però avevamo un corvo per niente collaborativo. Direi che venivaĀ non tanto da Game of Thrones, ma piuttosto dai film di Harry Potter, una vera diva [ride]. Stavamo girando alle 2 di notte ed io e Patrick pensavamo di aver finito, e ci hanno detto “Aspettate un momento, il corvo non può farcela senza di voi”. Quindi praticamente il corvo non faceva quello che doveva nella scena.Ā Patrick fa un’imitazione perfetta del verso [Patrick la fa].

Cathey:Ā Il corvo doveva guardare a sinistra per poi guardare in basso e verso Patrick, era davvero una bellissima inquadratura, e la mia ripresa era subito dopo, quindi volevo finissero presto; eravamo nel bel mezzo del bosco, e volevamo tutti andarcene. Ma il corvo non voleva saperne e gli altri si erano messi a sventolargli le cose in mezzo al bosco per fargli capire dove doveva guardare, ma il corvo niente, era come se pensasse “Non me ne frega niente, fate quello che volete ma io non mi muovo” [ride].

Glenister: Quindi dovemmo girare un’ora in più ed eravamo cosƬ arrabbiati. Odio i corvi [ride].

Cathey: E non dimentichiamoci del cane! Era del mio personaggio, un bellissimo pastore tedesco, eĀ doveva sbucare all’improvviso ed essere molto aggressivo verso unĀ amico con il quale il mio personaggio stava facendoĀ un barbecue, e sto cercando di prendere informazioni su quest’entitĆ  misteriosa che sta distruggendo la mia cittĆ . Una scena con Madeleine [McGraw, interprete di Amber Barnes] e Callie [Brook McClincy, interprete di Holly Holter].Ā Era sera e al grido diĀ “azione” e il cane se ne esce tutto tranquillo, molto amichevole, gira l’isolato e vuole giocare, tutto gioioso. Io ero cosƬ seccato perchĆ© dovevo andarmene quella notte alla cerimonia degli Emmy (dove forseĀ ne avrei vinto uno), e l’allenatore del cane diceva “E’ strano, di solito fa cosƬ durante il giorno non durante la sera…” Doveva essere una scena cosƬ carica di tensione ed emotiva, e il cane era tutto “Sono tranquillo e mi diverto”.

Potete raccontarci qualcosa dei provini e se avete letto i fumetti da cui ĆØ tratto lo show, che sia prima o durante le riprese?

Cathey: Per me ĆØ stata una delle rare volte in cui non ho dovuto fare il provino. Mi ha chiamatoĀ Robert a casa ed io ero cosƬ entusiasta dello show, e lui mi spiegò “Nel fumetto tu sei in poche vignette e sei bianco, ma non preoccuparti, cambieremo il personaggio”. Questo accade di solito quando Hollywood ti racconta qualcosa, mai fidarsi di Hollywood [ride]. Ma Robert ĆØ un uomo cosƬ generoso di spirito e il modo in cui mi raccontò di cosa voleva fare col personaggio era fantastico e cosƬ gli ho subito detto di sƬ. Lui mi fa “Non vuoi che ti mandi una sceneggiatura prima?” ed io ero tipo “No, per me la tua parola basta e avanza”. E il personaggio del Capitano Giles mi piace un sacco, e sono cosƬ felice e onorato che abbia pensato proprio a me per la parte. Quindi il provino ĆØ stato favoloso [ride].

Schmidt:Ā Patrick ed io in realtĆ  facemmo un provino per uno show importanteĀ circaĀ ottoĀ mesi prima di quello di Outcast. FuĀ una giornata intera di provini, ma nessuno di noi due fu preso. Ed otto mesi dopo eravamo nello stesso edificio per il casting di Outcast, ed eccoci qui.

Sheyl:Ā Avevo letto la sceneggiatura del pilot e l’avevo adorata, poi ho letto i fumetti mentre ero sul set, ed ĆØ stato emozionante perchĆ© mi hanno dato le informazioni sul mondo che stavamo cercando di creare. Questa ĆØ stata la mia esperienza.

Glenister:Ā Io ho filmato la mia audizione nel mio soggiorno, anzi l’ha filmata mia moglie ed ĆØ stato terribile, perchĆ© mi ha diretto, e mi buttavaĀ giù di morale tutto il tempo [ride]. Poi ho detto ai produttori “Sarebbe davvero utile se venissi a Los Angeles per provare a girare con Patrick”, che nel frattempo era stato preso per la parte di Kyle. Fu una giornata intensa ed eccoci qui un anno e mezzo dopo.

Cathey: Il processo di audizioni ĆØ davvero terribile, d’altronde. E abbiamo tutti legato durante il pilota, abbiamo fatto comunella; era notte, faceva cosƬ freddo e letteralmente correvamo tra una scena e l’altra per scaldarci. C’era il riscaldamento a propano, e sembravano tutti “fatti” di propano per il freddo [ride]. E poi vennero a dirci che erano pronti per girare, e noi da veri attori divi dicemmo “Nah, noi non siamo pronti per girare”. E il bello ĆØ che in West Virginia non dovrebbe fare cosƬ freddo ma nemmeno troppo caldo.

Glenister:Ā Era una ripresa lunga durante la notte. C’erano praticamente questi ragazzi sulla porta principale e Reg e io uscivamo dall’auto della polizia e andavamo alla porta, ed ĆØ una scena di cui facemmo ben 18 riprese, non finivano più. Forse a causa del propano, iniziammo a ridere nervosamente…Ā maĀ non ĆØ nello show, tranquilli.

Cathey: Ma legammo, e quella notte sentii che sarebbe stata un’esperienza meravigliosa.

Come ha lavorato Robert Kirkman con voi attori sul set? Vi ha dato delle indicazioni specifiche sui personaggi e sulle situazioni oppure lasciava spazio all’improvvisazione?*

Fugit: Ha detto solamente “Non mandate tutto al diavolo” e per il resto ĆØ stato abbastanza al suo posto.Ā Gli piace mantenere il suo ruolo di creatore del fumetto e si ĆØ voluto assicurare che la struttura dello show fosse solida e fossimo tutti sulla stessa linea di come i personaggiĀ dovessero sentirsiĀ e dove dovessero andare nel corso degli episodi, e ha stabilito un chiaro linguaggio comune con Adam Wingard, il regista per l’episodio pilota, e poi si ĆØ fatto da parte. E’ capitato a volte che venisse a dire “Meglio non fare quella cosa” ma nel complesso ĆØ andata cosƬ, lui ĆØ “quello del fumetto” e noi siamo “quelli della serie tv”.

Cathey: Io l’ho trovato molto di supporto.

Schmidt: E’ stato davvero fantastico, perchĆ© se gli facevi una domanda aveva un’opinione ben precisa a riguardo, ma altrimenti lasciava molto spazio all’ispirazione e alla proposta creativa di noi attori e dei registi degli episodi. E non ĆØ mai stato quel tipo di creatore “Non dovete fare assolutamente quello” [Glenister imita la voce urlante e dispotica]. E’ molto aperto al confronto e alla condivisione di idee. E poi c’era giĆ  molto nella sceneggiatura su cui lavorare per noi attori. E poi quel primo volume del fumetto penso sia stato davvero interessante per noi da leggere sul set e farsi un’idea del mondo che andavamo a creare: lui si ĆØ fatto molto da parte per lasciarci lavorare in pace, ma era sempre lƬ se avevi bisogno di lui.

Cathey: Noi veniamo da aspetti diversi della vita, ma c’ĆØ una certa recitazione comune, non saprei dire la parola esatta, c’ĆØ uno standardĀ di qualitĆ  cheĀ tutti noi possediamo e lui ci ha messo nella posizione di poter fare tutti un ottimo lavoro ed ĆØ stato divertente.

Glenister: Le perfette qualitĆ  di un produttore: si mette da parte e c’ĆØ se hai bisogno di lui. Vorrei che tutti i produttori lo fossero [ride].

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Lo show ĆØ spaventoso, ma uno dei grandi temi di Outcast ĆØ la solitudine. Cosa ne pensate di questa tematica e della sua relazione col personaggio di Kyle?

Fugit: Posso parlare per me e personalmente non amo la solitudine, mi piace avere la mia “tribù”, e avere le persone care intorno a me. E credoĀ che Kyle in realtĆ  vogliaĀ questo nella propria vita,Ā vorrebbe amare ed essere amato, ma si trattiene proprio perchĆ© vuole paradossalmente tentare di proteggere la sua “tribù”. Questo ĆØ uno dei grossi problemi di Kyle.

Schmidt: Io penso che esplorare l’oscuritĆ  sia una delle cose più potenti che noi come attori possiamo fare, ci permette di andare in luoghi davvero estremi dell’animo, penso siaĀ catartico per il pubblico mentre guarda. Penso che la solitudine sia un’esperienza umana universale e condivisibile che tutti abbiamo vissuto prima o poi e penso che sia allo stesso tempo una buona e una cattiva cosa. Anche a me non piace la solitudine e non penso che definirei Kyle un “antieroe” ma penso che le sue azioni, soprattutto nel pilota, siano votate a proteggere la comunitĆ . Penso sia molto importante per lo show esplorare l’oscuritĆ , quasi come una “cultura”.

Cathey: E’ divertente e interessante come la serie nel corso del suo viaggio ogni personaggio scopra il proprio essere outcastĀ / “reietto”. E’ molto intelligente ed ĆØ molto più del “diavolo che entra inĀ West Virginia”. Parla della disintegrazione della famiglia, della comunitĆ Ā in cui un uomoĀ si isolaĀ per proteggere le persone, ma guadagna cosƬ tanto, ĆØ quasi primordiale questo avere ognuno i propri demoni, ma oltre ad essiĀ IL demone con la D maiuscola con dobbiamo scontrarci tutti. Il testamento di Kirkman, Black e di tutti iĀ produttori e sceneggiatori coinvolti ĆØ quello che ti fa dire “No questo non ĆØ semplicemente horror” o ancor meglio “E’ questo il vero horror”.

Qual ĆØ la vostra relazione con i film horror? Li guardate, vi piacciono?

Glenister: Ho una copia de L’esorcista con me in borsa, ma ĆØ rimasta nel cellophane [ride]. Venendo dall’Inghilterra, sono cresciuto con tutta una tradizione di film horror come quelli con Christopher Lee. Guardavo soprattutto i film di Dracula e uno dei più spaventosi che abbia mai visto credo sia stato l’originale Alien.

Cathey: Ricordo di aver visto a New York il remake de La Cosa con Kurt Russell e dietro di me c’erano alcuni ragazzi di colore che dicevano “Non crediamo sarĆ  spaventoso” e invece poi se la fecero sotto durante laĀ scena del cane. E io ricordo di aver pensato “Questa ĆØ la cosa più divertente che abbia mai visto” [ride]. Poi ricordo Il villaggio dei dannati come particolarmente spaventoso.

Sheyl: Sono cresciuta amando i film horror ma non ne ho rivisto nessuno durante le riprese dello show. Per me uno dei più terrificanti resta Shining, ma ce ne sono tanti, davvero.

Schmidt: Ho visto The Guest, il film che il nostro regista del pilota ha diretto, per cogliere il senso del suo stile, ma sono per lo più dipendente dai film di Michael Haneke, come Il nastro bianco e La pianista. Questi sono i film in cui mi piace “addentrarmi” nella visione.

Glenister: Dovresti vedere Entity, quello sì che è davvero spaventoso.

Fugit: A me piacciono le cose disturbanti più che spaventose, come Funny Games. E quando ero giovane ho visto molti film horror ma quello che mi colpƬ di più fu The Changeling, di recente l’ho rivisto ma da piccolo mi terrorizzò, merito anche di quel sound design e di quell’impostazione molto “vecchia scuola”. Di recente poi ho rivisto il corto Disney degli anni ’50 “Sleepy Hollow”, che ĆØ davvero spaventoso, da piccolo ricordo che nonostante mi facesse paura lo vedevo almeno due volte al giorno. Di recente l’ho fatto vedere sul cellulare aĀ Madeleine McGraw, cheĀ interpretaĀ mia figlia Amber nello show, e pensavo “Forse non glielo dovrei mostrare, fa paura”.

Cathey:Ā Penso ci sia qualcosa di primordiale nell’uomo che vuole essere spaventato, ma in un ambiente sicuro. Alcune storie sono più vecchie della Bibbia, in fondo. Alcune storie vere sono il vero orrore del mondo, come CharlesĀ Manson… o Donald Trump [ride].

Reg, aĀ proposito di orrore in politica, c’ĆØ più malignitĆ Ā in Outcast o in Frank Underwood?

Cathey: E’ interessante, perchĆ© Frank ĆØ un mostro in un mondo di mostri. In Outcast invece siamo una specie di comunitĆ  che può essere traslata in una grande famiglia che deve vedersela con un mostro sconosciuto, perchĆ© ciò che ĆØ sconosciuto spaventa sempre. La relazione fra Freddie e Frank ĆØ emblematica: nelle prime due stagioniĀ Freddy era l’unico amico di Frank, e l’orrore di ciò ĆØ che se quello era il suo unico amico, se quella ĆØ un’amicizia, quant’ĆØ spaventoso il mondo? Ma ĆØ stato divertente passare da House of CardsĀ a questo bellissimo gruppo di persone. In HOCĀ c’eravamo io e Kevin, ed era fantastico, ma preferisco tutte queste belle facce qui.

Patrick, tu sei un grande fan di Star Trek: The Next Generation? Com’ĆØ stato lavorare con “Data” in Outcast?

Fugit: Non abbiamo ingaggiatoĀ Brent SpinerĀ [che ha interpretato Data in TNG, ndr] fino all’ultimo minuto, stavamo facendo delle prove per alcune scene, eroĀ in ufficio con Chris Black e gli ho chiesto chi avrebbe interpretato Sidney, e lui nominò Brent Spiner tra i tanti nomi… e io “Come? Brent Spiner? E’ perchĆ© non l’abbiamo giĆ  ingaggiato?!” “Non siamo sicuri che sia disponibile” “Fate in modo che sia disponibile, fate quello che dovete”. Penso sia davvero un attore fenomenale: penso che dalla prospettiva di un attore guardare TNG si apprezzi perchĆ© c’erano tante limitazioni suĀ Brent su cosa poter fare e dire come personaggio, per esempio come fai a raccontare un’emozione se sei un androide incapace di provareĀ sentimenti? E poi gli venivano dateĀ tutte queste opportunitĆ Ā in cui Data non aveva personalitĆ  e poteva mostrareĀ tutto il suo range di performance. Ed io ero davvero eccitato nel poter lavorare con lui. Uno dei miei momenti preferiti ĆØ la prima volta in cui da spettatore si conosce Sidney. Se si ha letto il fumetto si sa che arriva in cittĆ  ed ĆØ una misteriosa figura, ma la prima volta che l’ho visto nell’abito col cappello camminare sul set, ha una camminata molto specifica. Brent ha delle braccia molto lunghe e potrebbe essere la prossima generazione di guardaroba [ride]. Aveva una camminata leggermente simile aĀ Data ed era maledettamente meravigliosa.

Cathey: E’ un essere umano meraviglioso. Ricordo che feci una piccola parte in Star Trek, in un solo episodio. Andai da lui in Outcast ed era cosƬ mortificato dal non ricordarsi di me in ST. Gli dissi “Ma era un solo episodio ed erano anni fa, non c’ĆØ problema.” “No no. Dovrei ricordarmi. Ma abbiamo parlato?” “SƬ.” “Ancora peggio.” [ride]

Avete visto anche The Walking Dead e Fear the Walking Dead, le altre serie di Robert Kirkman?

Fugit: Ho lavorato con Kim Dickens in Gone Girl – L’amore bugiardo ed ĆØ cosƬ brava in tutto ciò che fa, l’ho amata nella prima stagione di Fear, mi piace molto anche Cliff Curtis, che ho incontrato qualche tempo fa ad un workshop al Sundance Film Festival. Sono davvero curioso di vedere laĀ seconda stagione di quello show.

Cathey:Ā Kim Dickens ĆØ della mia cittĆ  natale. Io ho fatto il provino per The Walking Dead, sapete, poichĆ© Frank Darabont, che diresse il pilota, mi mandò una lettera grazie ad un mio precedente lavoro. Avevo letto la parte ed ero piaciuto molto, cosƬ quando feci il provino pensai “Ce l’ho fatta” e invece ovviamente non ottenni la parte [ride]. Per la serie “Non mandarmi mai più una lettera” [ride].

Qual ĆØ stata la vostra prima reazione quando avete letto la sceneggiatura del pilot, soprattutto la scena iniziale che presenta Joshua?*

Fugit:Ā Gran parte di quella scena in realtĆ  ha il giusto effetto una volta girata. Era sicuramente disturbante quando la si leggeva, ma sicuramente una volta messa in scena e interpretata da Gabriel BatemanĀ produceva tutto un’altro effetto. E anche come Adam Wingard strutturò tutta la sequenza. Fa davvero venire i brividi quando la vedi. A me piacquero particolarmente le scene tra fratello e sorella e anche la “riconnessione” fra Kyle e il Reverendo. Adoro il fatto che c’ĆØ una grande storia e tensione di fondo, poi quando arrivai a leggere il punto in cui dovevo picchiare un bambino pensaiĀ “Oh wow, caspita…”

Cathey: Amo la relazioneĀ che c’ĆØ nel corso dello show fra Kyle e il Reverendo. Outcast in realtĆ  parla molto di relazioni oltre a far paura.

Schmidt: Io ero molto preoccupata la prima volta che lessi la sceneggiatura del pilota, questo prima di conoscere Robert Kirkman, pur sapendo che era “quello di The Walking Dead”, ma non avevo ben associato nome e volto. Mentre leggevo pensavo “Se questo finisse nelle mani sbagliate, potrebbe essere potenzialmente orribile”. Ed ero molto nervosa al pensiero che esorcismo e possessione non venissero rappresentate adeguatamente, e invece…

Cathey: Sai, il fatto di essere un uomo del Sud degli Stati Uniti mi fa essere molto sensibile e infastidito da come vengono di solito dipinti quelli del Sud in tv, perciò quando Robert mi disse “Io sono del West Virginia” seppi cheĀ sarebbe stata una rappresentazione degna.

Come sapete, la serie verrĆ  lanciata negli Usa su Cinemax e in contemporanea nel corso di una settimana in 128 canali Fox compreso quello italiano. E’ una cosa che non capita solitamente con le serie tv ma soprattutto col cinema. Come vi sentite a riguardo?

Glenister:Ā Ammetto che finora non ci avevo pensato molto. Per non sentire troppo la pressione, lasciare semplicemente che accada, e concentrarsi sulla stagione 2.

Schmidt:Ā Infatti penso che faccia una grossa differenza sapere giĆ  ancor prima del lancio del ciclo inaugurale che ci sarĆ  un seguito. Senza avere la pressione di sapere come verrĆ  recepito. Ma sono comunque molto curiosa di vedereĀ le reazioni della gente allo show.

Cathey: Ricordo quando recitavo in The Wire, ogni anno era una scommessa, non sapevamo se avremmo avuto un’altra stagione, non ĆØ diventato popolare negli Usa fino a dopo la fine della messa in onda. E tutti poi dicevano “La miglior cosa mai trasmessa” e io pensavo “Oh, per favore” [ride]. La gente mi chiedeva “E tu cosa fai?” e alla risposta “The Wire” diceva “Ah sƬ quello show su Baltimora” [ride]. Quindi ĆØ eccitante lavorare ad Oucast.

*Le domande in rosso sono quelle poste da noi di Dituttounpop

Ricordiamo cheĀ Outcast ĆØ giĆ  stato rinnovato per una seconda stagione, ancor prima della messa in onda del primo ciclo di 10 episodi.