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Sky Q da oggi è incluso anche negli abbonamenti via Fibra

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Da oggi i clienti Sky via Fibra possono acquistare Sky Q, il decoder avanzato di Sky

In attesa dell’ingresso di Sky come operatore della telefonia fissa, l’azienda britannica ha annunciato che il noto decoder Sky Q, lanciato già qualche mese fa per il satellite, adesso è compatibile con gli abbonamenti Sky via fibra.

Le caratteristiche di Sky Q anche con la tua fibra sono le stesse della versione per il satellite: la qualità di Sky Q e la velocità della fibra si uniscono per dar vita a una nuova opportunità di vivere la TV in modo ancora più semplice e intuitivo, anche dove non è possibile installare la parabola.

Come acquistare Sky Q via fibra

Tutti coloro che vorranno avere Sky Q sulla TV principale di casa, potranno farlo con un processo di adesione facile e veloce, completamente digitalizzato. I clienti che aderiscono a Sky via fibra potranno da subito accedere alla loro area personale del sito sky.it per ricevere tutte le informazioni sul loro abbonamento e per essere sempre aggiornati sullo stato della spedizione del decoder.

Sky Q arriverà direttamente a casa in pochi giorni e per l’attivazione basteranno pochi semplici passi, senza bisogno dell’intervento di un tecnico. Sarà sufficiente collegare Sky Q alla presa di corrente, al televisore con cavo HDMI e all’antenna del digitale terrestre con l’apposito cavo, inserire la propria smart card, e connettere il decoder alla tua fibra di casa.

Cos’è Sky Q?

Una volta collegato sarà possibile accedere a una home page veloce e intuitiva, la sezione My Q dedicata alle ultime novità di programmazione e ai suggerimenti personalizzati con consigli sui contenuti da vedere in base alle abitudini di visione e ai gusti personali, oltre alla sezione del televisore dedicata alle App, come DAZN, Spotify, Youtube e presto arriverà anche l’app Netflix. E con il Controllo vocale basterà premere il tasto microfono sul lato del telecomando per ricercare – con il solo uso della voce – programmi per titolo, attore, regista o per citazione, controllare la TV cambiando canale, andare avanti o indietro, mettere in pausa, o aprire le App.

Tutte le informazioni ed i requisiti tecnici per fruire del nuovo decoder con la tua fibra sono disponibili sul sito dedicato sky.it/viafibra.

Per chi è già cliente?

Entro il 2019, anche i clienti con My Sky via fibra potranno vivere la stessa esperienza di visione del nuovo decoder. Il software del box che hanno già in dotazione, infatti, sarà aggiornato automaticamente e in modo gratuito da parte di Sky.

Come configurarlo?

Per configurare il nuovo decoder puoi guardare il video che segue con tutte le istruzioni:

 

Michael Rosenbaum ha rifiutato la proposta di tornare nei panni di Lex Luthor nell’Arrowverse

Michael Rosenbaum ha rifiutato di tornare nei panni di Lex Luthor nel crossover dell’Arrowverse perchè gli hanno fatto una proposta a scatola chiusa.

E’ di qualche giorno fa la notizia che Tom Welling tornerà nei panni del Clark Kent che abbiamo conosciuto nelle dieci stagioni di Smallville, nel crossover dell’Arrowverse che andrà in onda a fine anno su The CW. Poco dopo, anche Erica Durance si è aggiunta a questa reunion. Tutti quindi di chiedevano che fine avesse fatto il Lex Luthor che è stato interpretato da Michael Rosenbaum. La risposta è semplice: l’attore ha semplicemente rifiutato.

A dare spiegazioni è direttamente l’attore su Twitter, con un post che spiega i motivi per cui ha rifiutato l’offerta che era arrivata da Warner Bros, e non prova alcun rimorso a riguardo.

Amici, molti di voi mi hanno chiesto di partecipare al crossover [Crisi sulle Terre infinite], non vi dico quanto mi faccia piacere. Quindi sarà molto sincero. Warner Bros ha chiamato i miei agenti venerdì pomeriggio, quando ero in Florida a trovare mio nonno in una casa di riposo. La loro offerta era questa: non c’è una sceneggiatura. Non avevo idea di cosa sarei andato a fare, nè quando sarebbero iniziate le riprese. E in sostanza era quasi gratis. E la vera presa in giro è stata la frase: “vogliamo saperlo adesso”. La mia risposta è stata semplice: “Rifiuto”. Penso che possiate capire da soli il perchè. Spero che questo risponda a tutte le vostre domande. Con affetto, Rosenbaum.

 

Si tratta quindi di un accordo andato male, almeno stando a quanto rivelato da Rosenbaum. Il crossover dell’Arrowverse sarà comunque pieno di personaggi e sarà composto da ben cinque episodi. Parteciperanno tutte le serie dell’universo The Cw: Arrow, The Flash, Supergirl, BlackLightning, Batwoman e DC’s Legends of Tomorrow.

Nel crossover saranno presenti anche altre due versioni di Superman, quello interpretato da Tyler Hoechlin e quello interpretato da Brandon Routh, ossia la versione del film del 2006. Nel crossover dovrebbe esserci anche Lynda Carter (che è già apparsa in Supergirl nei panni di un aliena presidente degli Stati Uniti), l’attrice dovrebbe tornare nel crossover interpretando una versione di Wonder Woman, personaggio che ha già interpretato nella serie del 1970.

Come tutti sapete Michael Rosenbaum ha interpretato il personaggio di Lex Luthor nella serie Smallville, ed è l’attore che lo ha interpretato più a lungo nella storia del cinema e della tv.

Notes on Love, Shondaland produrrà una nuova serie antologica per Netflix – Notizie del giorno

Notes on Love è una serie antologica, prodotta da Shonda Rhimes, dove in ogni episodio si esplorerà il matrimonio, il suo significato e la sua evoluzione nel tempo.

Come se la lista di progetti che Shonda Rhimes sta producendo per Netflix non fosse già abbastanza lunga, ecco che ne arriva un altro. La mega produttrice produrrà, insieme a Norman Lear, Steve Martin, Jenny Han, Lindy West e l’autrice di canzoni Diane Warren, una serie tv antologica per Netflix dal titolo: Notes on Love.

Notes on Love sarà una collezione di storie sul matrimonio, con ogni episodio scritto da un autore di altro profilo. La serie sarà un’antologia a episodi che: “un assortimento di generi che esplorerà il modo in cui l’amore si insinua nelle nostre vite.” La prima stagione includerà storie su come si associa l’amore al matrimonio, in particolare si esaminerà cosa è il matrimonio, cosa significa e come è cambiato nel tempo.

Norma Lear scriverà uno degli episodi della serie, con Aaron Shure, lo stesso vale per Steve Martin. Jenny Han e Diane Warren invece si occuperanno degli altri episodi. Shonda Rhimes non si occuperà di sceneggiature, ma produrrà l’intera serie insieme alla sua partner Betsy Beers, con la quale gestisce Shondaland.

Altre notizie del giorno

  • La produzione dello spinoff di 9-1-1, 9-1-1: Lone Star ha trovato il cast (qui la trama della serie). Natacha Karam (The Brave), Brian Michael Smith (Queen Sugar), Rafael Silva e Julian Works entrano nel cast in ruoli regolari. Karam interpreterà Marjan Marwani, il primo personaggio musulmano di una serie di Ryan Murphy che indosserà la hijab. Smith sarà Paul Strickland un vigile del fuoco transgender un ottimo osservatore, allo stesso livello di Sherlock Holmes. Silva è Carlos Reyes, un agente della polizia di Austin. Works invece sarà il vigile del fuoco Mateo Chavez.
  • Arrivato in ritardo viste le lungaggini subite durante la produzione del pilot, ABC ha deciso di non procedere con l’ordine a serie di Triangle (qui la trama) il pilot con Mike Vogel come protagonista. La decisione arriva otto mesi dopo l’ordine del pilot.
  • Blythe Danner entra nel cast della terza stagione di American Gods, in cui sarà presente in un arco di quattro episodi. L’attrice interpreterà Demetra, l’antica dea greca del raccolto che ha un passato romantico ancora aperto con Mr. Wednesday.
  • Phoebe Waller-Bridge ha siglato un accordo di produzione in esclusiva con Amazon Prime Video. L’accordo era già in lavorazione da mesi, e la chiusura è arrivata solo dopo la notte degli Emmy, dopo l’autrice e attrice di Fleabag ha trionfato. La Waller-Bridge adesso produrrà serie tv in esclusiva per Amazon, almeno per tre anni.
  • Kai Bradbury entra nel cast di Motherland: Fort Salem, una serie originale di Freeform (qui la trama). L’attore interpreterà uno stregone che arriverà a Fort Salem e instaura una relazione con Tally.
  • Griffin Dunne è stato promosso a personaggio regolare nella quarta stagione di This Is Us. L’attore è stato introdotto nella terza stagione nei panni di Nicky, il fratello di Jack (la versione adulta del personaggio, nel presente).

Nuovi progetti

  • CBS ha messo in sviluppo due drama, Wet House e The Terminal, prodotti da Barbie Kligman e Aaron Kaplan. Wet House è un poliziesco che verrà prodotto insieme a Sasha Alexander di Rizzoli & Isles. La serie racconta di una detective che dopo un disguido con un suo collega viene trasferita in una caserma per poliziotti sgraditi. Arrivata li la protagonista scoprirà che i suoi colleghi fanno di tutto per proteggere la popolazione e che possono essere una famiglia su cui contare, anche se con tanti difetti. The Terminal invece racconta di un’ex-marine, la prima donna ad ottenere una medaglia d’onore. Da lì diventerà il capo della sicurezza dell’aeroporto JFK di New York, e scoprirà che proteggere il target più debole nel mondo da attentati è la missione più difficile della sua vita. Il progetto non è in alcun modo legato all’omonimo film del 2004 diretto da Steven Spielgerg.

Trailer

Showtime ha rilasciato il trailer della settima stagione di Ray Donovan che debuterrà in america il 17 settembre (in Italia dovrebbe arrivare in contemporanea su Netflix).

The CW ha ordinato un nuovo spinoff di Arrow su Mia Smoak, e le Black Canary

Katherine McNamara, Katie Cassidy e Juliana Harkavy saranno le protagoniste del nuovo spinoff di Arrow, che andrà in onda all’interno dell’ottava e ultima stagione di Arrow.

Morta una freccia verde, se ne costruisce un’altra. The CW ha ufficializzato un nuovo spinoff di Arrow che vedrà Katherine McNamara, Katie Cassidy e Juliana Harkavy nel ruolo di protagoniste. Il progetto era già stato anticipato dal presidente Mark Pedowitz al TCA estivo, e adesso ha ricevuto il via libera ufficiale.

La nuova serie vedrà le tre attrici vestire nuovamente i panni di Mia Smoak (Katherine McNamara), conosciuta come Freccia Verde e delle due Black Canary, Laurel Lance (Katie Cassidy) e Dina Drake (Juliana Harkavy).

Il progetto verrà prodotto dalla Berlanti Production e Warner Bros Tv, e sarà un “backdoor pilot“, ossia un pilot presentato all’interno dell’ottava e ultima stagione di Arrow. Il pilot sarà scritto da Beth Schwartz, Marc Guggenheim, Jill Blankenship e Oscar Balderrama.

La serie si propone come alternativa a Arrow che concluderà la sua corsa a gennaio 2020. Mia Smoak infatti è la figlia di Oliver Queen (Stephen Amell) e Felicity Smoak, il personaggio interpretato da Katherine McNamara è stato introdotto nella settima stagione, in un episodio ambientato nella Star City del 2040, e Mia Smoak ha seguito le orme del padre per proteggere la città, utilizzando anche l’intelligenza ereditata dalla madre.

Katie Cassidy invece interpreta il ruolo di Laurel Lance dalla prima stagione fino alla quarta, per poi spostarsi in The Flash in un ruolo da guest star. L’attrice è poi tornata nella sesta stagione di Arrow, dove ha interpretato un’altra versione di Laurel, conosciuta come Black Siren.

Harkavy invece ha interpretato i personaggio di Dinah Drake, conosciuta come Black Canary, nella quinta stagione di Arrow, e poi è stata promossa a personaggio regolare nella sesta e settima stagione.

Questo sarà il secondo spinoff di Arrow che avrà un cast di protagoniste composto da donne, il primo è Batwoman, che debutterà il 6 ottobre su The CW.

Torna L’Eredità, tutte le novità della nuova stagione dai giochi alle professoresse

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Riparte L’Eredità su Rai 1 da mercoledì 25 settembre

Torna il quiz del preserale e riparte di mercoledì, un giorno insolito, forse necessario per le puntate saltate di Reazione a Catena tra crisi di governo e speciali di vario genere. L’Eredità riparte mercoledì 25 settembre sempre alle 18:45 e con Flavio Insinna alla guida.

Arrivato alla diciottesima edizione e vicino alla soglia di 4000 puntate che hanno visto alla guida Amadeus, Carlo Conti e Fabrizio Frizzi prima di Insinna, L’Eredità non ha mai deluso il proprio pubblico, sempre affezionato al game di Rai 1. Tradizione non necessariamente cozza con innovazione.

Le novità della nuova edizione

Novità importanti sul fronte dei giochi, cuore del programma: si ritroveranno i “classici” che hanno conquistato il gradimento del pubblico, come gli “Abbinamenti”, “Lei o l’altra”, “I Fantastici 4”, e le eliminazioni della “Scalata Doppia”, ma si saranno un “Triello” rinnovato e una serie di sfide tutte nuove dedicate alle “Parole”. A chiudere, i “Calci di Rigore” e l’ inimitabile “Ghigliottina”, punto di arrivo (e qualche volta di vittoria) di un percorso sempre ricco di informazioni, aneddoti e sorprese. Saranno circa 1.200 i concorrenti che si contenderanno il tesoro della Ghigliottina, che nell’ultima edizione, è stata vinta ben 36 volte.

Le nuove professoresse

Arrivano nuove professoresse che rispecchiano l’attualità, sono studentesse, modelle, attrici, e anche “influencer”, attente alla comunicazione e al mondo dei social.
Sara Arfaoui, 24 anni di Montebelluna in provincia di Treviso. Ha vissuto a Nizza fino ai 18 anni per poi trasferirsi a Milano. Diplomata al Liceo Classico, parla francese e arabo per via delle sue origini. Lavora come modella pur continuando gli studi di Psicologia in Francia.
Federica Calemme, 23 anni, napoletana doc. Diplomata al Liceo Linguistico, nel 2017 ha partecipato a Miss Italia vincendo la fascia di Miss “Tv Sorrisi e Canzoni”. Lavora come fotomodella.
Daisy Mancini ha 25 anni ed è nata ad Aosta. Le sue origini l’hanno aiutata a sviluppare un forte legame con la natura, con la sua terra e con la famiglia. Diplomata in grafica pubblicitaria, da sei anni lavora a Milano come modella, attrice e influencer, coniugando tradizione e modernità.
Ginevra Francesca Pisani ha 21 anni, anche lei napoletana. Diplomata al liceo scientifico, ha studiato danza classica e moderna per otto anni. Lavora come modella e influencer e, dopo una partecipazione a un film di Paolo Sorrentino, ha iniziato a studiare recitazione.

E’ la mia Vita, stasera su Canale 5 il docu-film che racconta la vita di Al Bano

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E’ la mia vita, stasera su Canale 5 va in onda il docu-film sulla vita e la carriera di Al Bano, con immagini inedite e interviste.

E’ uno degli artisti più amati dal pubblico italiano e da poco è stato realizzato un film sulla sua vita, tranquilli è ancora vivo e si tratta di Al Bano. Stasera, mercoledì 25 settembre 2019, in prima serataCanale 5 trasmetterà “È la mia vita“, docu-film prodotto da EndemolShine Italy sulla vita e la carriera di Al Bano che racconterà la carriera, le gioie e le sofferenze dello straordinario artista.

Non è la prima volta che Mediaset dedica una serata al cantante di Cellino San Marco, tempo fa ha trasmesso dei concerti con un buon riscontro di pubblico, cosa che probabilmente li ha spinti anche a programmare un film dedicato all’artista, nel momento più importante della stagione televisiva.

Il docu-film racconta gli aspetti più rilevanti della vita del cantautore pugliese: l’importanza della musica, le tappe della sua avventura professionale in Italia e nel mondo, l’amore per la famiglia. Si parlerà anche della famiglia, e dell’influenza costante della madre Jolanda. Ma anche della sua fede, del ritiro dalle scene, il ritorno e il legame indissolubile con la sua terra e le sue radici.

Immagini inedite mostreranno momenti mai raccontati della sua vita quotidiana. Tra questi, i giorni del ricovero in ospedale nel 2016, quando Al Bano fu sottoposto a un’operazione d’urgenza al cuore. Non mancheranno interviste esclusive a Romina Power e ai figli.

La cantante e attrice statunitense, con la quale il cantautore ha vissuto un’intensa e travagliata storia d’amore e intrapreso un sodalizio artistico di successo, sarà una presenza costante. Il docu-film si apre, infatti, con il backstage di uno dei loro concerti al Cremlino, per poi ripercorrere le tappe della loro vita insieme, affrontando anche il dolore e la ferita mai rimarginata per la scomparsa della figlia Ylenia.

Verrà mostrato, inoltre, il dietro le quinte dello show “55 passi nel sole“, in omaggio ai suoi 55 anni di carriera.

Shooter, da stasera sul canale 20 arriva la serie tv con Ryan Phillippe

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Shooter, da mercoledì 25 settembre debutta in chiaro su 20 la serie action con Ryan Phillippe di USA Network e Netflix.

Da stasera, mercoledì 25 settembre, su 20 debutta la serie Shooter, un action prodotto da USA Network e già distribuito in Italia su Netflix. La serie ha tre stagioni per un totale di 31 episodi, ma è stata cancellata senza preavviso dal canale americano.

Il titolo vede protagonista Ryan Phillippe nel ruolo di Bob Lee Swagger, un ex-cecchino delle forze speciali dei Marine, che vive in esilio, ma sarà pronto a tornare in azione dopo aver appreso di un complotto per uccidere il Presidente. L’appuntamento è sul canale 20 (anche in HD) con due episodi a settimana ogni mercoledì.

Shooter, la trama

Swagger – già elemento di punta del Force Recon Marine (United States Marine Corps Force Reconnaissance), del MARSOC (United States Marine Corps Forces Special Operations Command), del CSO (United States Marine Corps Critical Skills Operator) e dello Scout Sniper (United States Marine Corps Scout Sniper) – viene avvicinato dal suo ex capitano Isaac, ora in servizio alla CIA, per occuparsi della sicurezza del Presidente durante la sua prima della visita a Seattle.

Il compito di Swagger è identificare luoghi dove potrebbero appostarsi dei cecchini. Una minaccia seria e credibile, che si concretizza con l’omicidio del presidente ucraino, anch’egli in visita nell’Emerald City. Capro espiatorio del fatto, sarà proprio il brillante ex militare.

Shooter è tratto dal romanzo del premio Pulitzer Stephen Hunter, Point of Impact (Una pallottola per il Presidente), primo volume della collana dedicata al personaggio di Bob Lee Swagger, che ha ispirato anche il film del 2007 di Antoine Fuqua, con Mark Wahlberg, Kate Mara, Danny Glover e Michael Peña.

Wahlberg è anche tra i produttori della serie, mentre al montaggio spicca la figura di Gary D. Roach, storico montatore di ben 12 film di Clint Eastwood.

Come guardarla in streaming

La serie e tutte le tre stagioni sono già disponibili in streaming su Netflix, per questo motivo non sappiamo ancora se Mediaset inserirà online su Mediaset Play gli episodi in onda ogni settimana. Vi consigliamo di controllare in questa pagina (cliccando qui) dopo la messa in onda.

Il Cast

  • Bob Lee Swagger, interpretato da Ryan Phillippe
  • Julie Swagger, interpretata da Shantel VanSanten
  • Nadine Memphis, interpretata da Cynthia Addai-Robinson
  • Jack Payne, interpretato da Eddie McClintock
  • Isaac Johnson, interpretato da Omar Epps
  • Solotov, interpretato da Josh Stewart
  • Harris Downey, interpretato da Jesse Bradford
  • Red Bama Sr., interpretato da Gerald McRaney

Curon, i primi dettagli e il teaser della serie originale italiana di Netflix

Curon, Ezio Abbate, Ivano Fachin, Giovanni Galassi e Tommaso Matano raccontano la serie Netflix al Fest

Presenti a un panel organizzato durante il FeST, un festival dedicato alle serie tv che si è tenuto a Milano dal 20 al 22 settembre, gli autori di Curon hanno prensentato la serie. Per chi se la fosse persa, Curon è una serie tv originale italiana di Netflix che sta per entrare in produzione e verrà rilasciata prossimamente dalla piattaforma streaming.

Nel panel erano presenti gli autori della serie Ezio Abbate, che nella serie copre il ruolo di head writer, poi Ivano Fachin, Giovanni Galassi e Tommaso Matano, tutti autori della serie. Il gruppo di autori ha anticipato quella che sarà la serie, e hanno parlato di come è nata l’idea.

Curon, la trama

Partendo dal dettaglio fondamentale, la trama, Ezio Abbate ha spiegato che il titolo della serie, Curon, viene dal nome di un paesino del Trentino Alto Adige. Curon è “piazzato negli ultimi 20 chilometri dell’Italia prima dell’Austria, famoso per questo campanile“, riferendosi al campanile che si trova in mezzo al lago di Resia.

“Siamo partiti da questa ambientazione per poi fantasticare.” Per quanto riguarda il genere, la serie è un soprannaturale che si basa interamente sul campanile, la città e la sua storia, “la cosa importante è la storia del suo passato ma anche la leggenda che in certe notti sì possono sentire le campane suonare, solo che le campane sono state tolte molto tempo fa.”

In questo scenario gli attori hanno costruito una storia, fittizia ovviamente, che vede protagonista una giovane, Anna, madre di due gemelli dell’età di diciassette anni. La famiglia tornerà a Curon, città natale della madre, ma appena arrivati lì la madre scompare. I due gemelli quindi cercheranno di scoprire cosa è successo alla madre, e intanto conosceremo la loro vita personale, quella della loro famiglia e quelle di chi gli sta attorno.

La location, fonte d’ispirazione per gli autori

La location è il punto di traino per una serie come Curon, che come abbiamo anticipato è un paese del nord italia, un fatto quasi inedito nella serialità italiana moderna che è ambientata prevalentemente nei paesi del centro sud.

Giovanni Galassi ha attribuito tutto a una questione di genere: “se uno pensa alle serie italiane con più successo nel mondo: Gomorra, Romanzo [Criminale], Suburra, sono serie crime. I crime hanno delle loro specifiche tecniche… sono molto legate al territorio e vengono dalla cronaca e attecchiscono molto bene. Però se già si inizia a pensare a un’altro genere, tipo il nostro che è già un mistery, soprannaturale e horror, è normalissimo spostarsi in altri luoghi… quindi la provincia del nord italia, è un posto che per noi è oro… nel nord Italia quelle atmosfere rarefatte isolate, quella cupezza in senso cinematografico sono perfette.

Il campanile poi è un pretesto per raccontare una storia più ampia, come spiega Tommaso Matano: “una location così suggerisce il genere, il campanile che esce è la metafora perfetta del tipo di racconto … ossia far emergere i segreti della famiglia.

La serie sarà ambientata nel presente, e le riprese partiranno tra poco nella valle di Resia e dintorni.

Alessandro Borghese 4 Ristoranti riparte da Hong Kong sulle tracce degli italiani d’esportazione

Alessandro Borghese riparte su Sky Uno martedì 24 settembre

Per riempire le repliche costanti di Sky Uno e Tv8 servono anche nuove puntate.

Ecco così che Alessandro Borghese 4 Ristoranti riparte da questa sera martedì 24 settembre – preceduto da Alessandro Borghese Kitchen Duel con giudice d’eccezione, per questa puntata, Diletta Leotta – con un nuovo ciclo di 7 puntate in onda in prima tv assoluta su Sky Uno e sempre disponibile on demand, visibile in mobilità su Sky Go e in streaming su NOW TV.

Addirittura questo nuovo ciclo parte da Hong Kong dove si sfideranno quattro ristoratori italiani per individuare il miglior rappresentante della cucina tricolore della cosmopolita metropoli asiatica. La “città più verticale del mondo”, com’è definita Hong Kong, è da sempre crocevia tra le varie cucine internazionali nonché il luogo in cui la cucina dell’Estremo Oriente si fonde con quella di tutto il pianeta. E anche a Hong Kong, tra i grattacieli avveniristici che svettano nel mezzo della più classica tradizione asiatica, il cibo italiano riscuote sempre un enorme successo grazie ai tantissimi ristoratori del Belpaese che dall’altra parte del mondo portano in tavola un pezzo di Italia.

Christian, Ermanno, Stefano e Alessandro si sfidano, guidati da Alessandro Borghese, per scoprire chi è il miglior ristoratore italiano a Hong Kong.

A seguire, le altre puntate si svolgeranno in alcuni dei luoghi più belli della Penisola: dall’Isola d’Elba a Palermo, dal Gargano a Firenze, dalla Franciacorta alla Riviera di Ulisse, nella zona che si estende lungo la costa del golfo di Gaeta.

4 Ristoranti a Hong Kong: i ristoranti in gara

Il Pirata
Il titolare è Christian, 45 anni. Per l’occasione, lui starà in sala e farà il padrone di casa. Christian, originario di Torino, è un uomo di mondo, avventuroso, che si è trasferito a Hong Kong nel 1993 con l’idea di rimanerci solo 6 mesi. La sua carriera lì, però, ha preso una piega molto positiva e ha iniziato a lavorare per i più grandi ristoranti e gruppi di hotellerie cinesi. Quattro anni fa ha deciso di aprire, insieme a un socio, qualcosa di suo con Il Pirata: “l’abbiamo fatto con quattro soldi, ci abbiamo scommesso”, dice Christian, ma poi nel giro di due anni hanno aperto 12 ristoranti per tutta la città. È di fatto un uomo buono, un chiacchierone che ama divertirsi e scherzare, ma anche avventuroso, determinato e competitivo. La cucina de Il Pirata è tradizionale italiana, ma molto semplice con le ricette più tipiche e casalinghe. Christian è molto pignolo e preciso sul lavoro, quindi è assolutamente pronto a giudicare un piatto e a dire la sua.

Dine Art Private Kitchen
Alessandro (43 anni), titolare e chef di Dine Art Private Kitchen, si occupa anche della parte di reservation e creazione di eventi. Alessando è di Rimini e ha viaggiato il mondo tra America, Londra, Birmania e Jakarta, per poi stabilirsi a Hong Kong 11 anni fa. Insieme all’amico Luca ha creato Dine Art circa un anno fa, creando un ambiente unico ed esclusivo. Alessandro non sprizza di simpatia, ma è un gran chiacchierone: si descrive come una persona impulsiva, che non ha peli sulla lingua e competitivo. “Se fai il cuoco devi avere un po’ di quella roba lì”, sostiene. La cucina del Dine Art prende spunto dalla cucina di tradizione italiana per poi essere rivisitata in chiave moderna e contaminata con altre culture. L’impiattamento è super curato, ricco di colori e forme: la sua filosofia è “il nostro messaggio è rappresentare l’arte nei piatti”. Alessandro è convinto che il Dine Art offra un’esclusività unica.

The Italian Club
il padrone di casa è il titolare Stefano, 42 anni. È nato a Monza da una famiglia di origini siciliane. Dopo aver praticamente girato il mondo tra Texas, Londra e Thailandia, si è stabilito ad Hong Kong 3 anni fa aprendo un ristorante italiano tutto suo. Stefano era stufo di non incontrare mai all’estero la vera cucina italiana, o almeno una copia decente, perciò ha deciso di farla lui stesso! È un uomo schietto, senza tanti peli sulla lingua, ne ha una per tutti. Non sopporta la falsità, preferisce essere diretto, onesto e trasparente. È un businessman: “il made in Italy non sa vendere al cinese, mentre io sì”, sostiene con orgoglio. La cucina del The Italian Club è nelle mani di un “kitchen staff” straniero, perché Stefano è convinto che per creare i piatti tradizionali italiani non ci sia bisogno di chef “che mettono creatività” ma di meri esecutori e assemblatori di materie prime eccellenti, che per il suo ristorante ricerca lui personalmente. Stefano è ultra competitivo e critico verso la cucina italiana all’estero. È super convinto della sua proposta, di essere uno dei migliori e soprattutto di essere conosciuto da tutti.

Segreto Exclusive Italian Private Kitchen
Ermanno (42 anni) è il titolare e si occupa della cucina. Originario di Napoli, ha girato il mondo prima come animatore e poi come esperto di food & beverage: vive a Hong Kong da 23 anni. Ermanno è lo showman del suo locale: molto simpatico, a tratti comico, logorroico, dalla battuta sempre pronta, avventuroso, competitivo e molto critico verso gli altri ristoratori italiani presenti nella metropoli cinese. Ermanno ha voluto aprire un locale differente ad Hong Kong che possa rappresentare “l’ambasciata del cibo italiano”. Ermanno descrive la cucina del Segreto come ultra tradizionale, che trova le sue fondamenta nelle antiche ricette di famiglia. Ermanno si ritiene il solo ad Hong Kong a proporre la vera e autentica cucina italiana fatta in casa dalla A alla Z. Vuole vincere 4 Ristoranti perché si ritiene semplicemente il migliore e soprattutto vuole dimostrare che la sua è la vera cucina italiana.

Come funziona 4 ristoranti?

Il meccanismo della sfida, che ha reso “Alessandro Borghese 4 Ristoranti” un cult della televisione italiana, rimane invariato: quattro ristoratori della stessa zona di appartenenza si sfidano a colpi di inviti a cena e, capeggiati da Alessandro Borghese, gli altri tre ristoratori avranno il compito di giudicare e votare con un punteggio da 0 a 10 locationmenuservizio e conto del ristorante che li ospita. Oltre al titolo di miglior ristorante, il vincitore di ogni puntata si aggiudicherà anche un contributo economico da investire nella propria attività.

Lo Chef Borghese, come di consueto, inizierà ogni cena con l’ispezione della cucina del ristorante ospite. Durante la serata, anche il personale di sala verrà messo alla prova su accoglienza, servizio al tavolo, descrizione del piatto e del vino. Alessandro, avendo a disposizione un bonus di 5 punti, con il suo voto potrà confermare o ribaltare il risultato dell’intera classifica, rendendo così la sfida ancora più avvincente e imprevedibile.

Tutti i ristoranti che partecipano al programma sono identificabili attraverso un “bollino” 4 RISTORANTI esposto all’esterno, una rete di locali testati da chi se ne intende: i ristoratori stessi.

El Camino, il trailer del film sequel di Breaking Bad

El Camino, il trailer del film sequel di Breaking Bad con Aaron Paul che torna nei panni di Jesse Pinkman.

Dopo brevi teaser rilasciati nei giorni scorsi, oggi è arrivato il primo vero trailer di El Camino, il film sequel di Breaking Bad che sarà disponibile su Netflix dall’11 ottobre. I dettagli sul film sono scarsissimi, per adesso sappiamo che insieme a Aaron Paul, che vestirà nuovamente i panni di Jesse Pinkman, ci saranno anche Matt Jones e Charles Baker (rispettivamente, Badger e Skinny Pete).

Sulla scia della sua drammatica fuga dalla prigionia, Jesse deve fare i conti con il suo passato per costruire un qualche tipo di futuro“. Il film è stato scritto e diretto da Vince Gilligan, il creatore di Breaking Bad e dello spinoff Better Call Saul. Il film è prodotto da Mark Johnson, Melissa Bernstein, Charles Newirth, Diane Mercer, Vince Gilligan e Aaron Paul, in associazione con Sony Pictures Television.

A seguire trovate il primo trailer, il nuovo poster e qualche immagine:

Nuovo Poster

Aaron Paul tempo fa, in un’intervista al The New York Times, ha rivelato di aver ricevuto una chiamata da Gilligan, il quale gli ha espresso la voglia di festeggiare il decimo anniversario dalla premiere di Breaking Bad. “Alla fine della telefonata mi ha rivelato di avere un’idea e voleva sapere il mio parere. Io ho subito detto a Vince che l’avrei seguito anche in mezzo a un incendio.

Parlando della sceneggiatura invece ha detto: “Non riuscivo a parlare per almeno 30, 60 secondi,” ha detto Aaron Paul. “Ero completamente perso nei miei pensieri… ero davvero così contento che Vince ha voluto portarmi con se in questo incredibile viaggio.

El Camino – Il Film di Breaking Bad, sarà disponibile su Netflix dall’11 ottobre.

The Cry, la serie thriller con Jenna Coleman è disponibile da oggi su TIMVISION

The Cry, da oggi su TIMVISION è disponibile il thriller psicologico di BBC One con Jenna Coleman.

Da oggi su TIMVISION sono disponibili i primi due episodi di The Cry. Si tratta di una miniserie di BBC One che ha come protagonista l’attrice Jenna Coleman, che i più “nerd” conosceranno come compagna, o la “impossible girl” di Doctor Who, e di recente l’abbiamo vista nella serie tv Victoria, in Italia in onda su LaF.

La miniserie è composta da quattro episodi, di cui due sono già disponibili su TIMVISION e gli altri verranno rilasciati ogni settimana. Di solito in questo tipo di schede facciamo una presentazione della serie, con trama, cast e prime impressioni dopo la visione dei primi episodi, in questo caso invertiremo l’ordine e partiremo subito con la nostra prima impressione.

Le prime impressioni

La cosa migliore per prepararsi a vedere The Cry è: non prepararsi. Non leggere la trama, non guardare trailer, ma semplicemente sedersi e guardarla, sapendo giusto le cose essenziali. The Cry è un thriller psicologico di stampo inglese, anche se forse non troppo nello stile BBC. C’è Jenna Coleman che è un’ottima attrice e se amate il genere, sapete già che gli inglesi sono degli esperti quindi si può subito iniziare a guardarle.

Questo strano e inedito modo di approcciarsi a una serie, per The Cry è forse il migliore. Ed è possibile grazie alla struttura del racconto che è diviso in tre linee temporali, senza che lo spettatore sia in qualche modo guidato da scritte in sovrimpressione. E’ grazie a questa struttura che è necessario guardare tutto il primo episodio per capire cosa è successo realmente al personaggio interpretato da Jenna Coleman. In questo modo si aggiunge quella suspance, che purtroppo manca alla serie.

The Cry infatti non è una serie adatta a un tipo di intrattenimento da relax: è molto lenta, si prende i suoi tempi soprattutto nel mostrare le reazioni e lo stato d’animo della protagonista. Insomma non è sicuramente un thriller leggero, ma si da spazio alla componente umana e psicologica dei personaggi e questo rallenta un po’ lo sviluppo degli eventi. Non vi aspettate quindi poliziotti e detective che indagano, perchè l’obiettivo della serie non è quello di raccontare l’indagine, ma è mostrare come reagiscono i protagonisti all’indagine, l’elemento crime è quasi in secondo piano, serve solo come strumento per scatenare una reazione nei protagonisti.

Per il resto, non vi serve sapere nient’altro, poi se non vi basta e volete qualche dettaglio in più, basta continuare a leggere.

The Cry, la trama

Joanna (Jenna Coleman) e Alistair (Ewen Leslie) sono una giovane coppia che si reca in una piccola cittadina dell’Australia per ottenere la custodia di Chloe, la figlia avuta dal primo matrimonio di Alistair. Durante il viaggio scompare misteriosamente il loro figlio Noah di quattro mesi.

La loro relazione va in crisi, iniziano le ricerche e i due neo-genitori vengono catapultati sotto gli occhi dei media e del mondo che mettono in dubbio la loro capacità genitoriale. Un thriller psicologico incentrato sulle pressioni a cui viene sottoposta la coppia che, grazie al montaggio adottato, non segue un percorso temporale lineare ma alterna continui salti tra passato e presente.

Il cast

  • Jenna Coleman è Joanna Lindsay;
  • Ewen Leslie è Alistair Robertson;
  • Asher Keddie è Alexandra Grenville
  • Stella Gonet è Elizabeth Robertson;
  • Sophie Kennedy è Kirsty;
  • Markella Kavenagh è Chloe Robertson;
  • Alex Dimitriades è Detective Peter Alexiades;
  • Shareena Clanton è Detective Lorna Jones;
  • Shauna Macdonald è Dr. Wallace;
  • Kate Dickie è Morven Davis;
  • David Elliot as Henry McCallum.

8 giorni alla fine, l’apocalisse tedesca arriva su Sky Atlantic

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8 Giorni alla Fine su Sky Atlantic dal 23 settembre

E se rimanessero solo 8 giorni alla fine? Cosa faresti? Dove troveresti rifugio? e soprattutto se gli europei fossero gli immigrati?

Arriva su Sky Atlantic, in streaming su Now Tv, in mobilità su Sky Go la serie tedesca 8 Giorni alla Fine da lunedì 23 settembre produzione originale di Sky, composta da 8 episodi. La serie è creata da Rafael Parente e Peter Kocyla ed è diretta da Stefan Ruzowitzky (Il falsario – Operazione BernhardPatient Zero) e Michael Krummenacher.

La Trama

Otto giorni per mettersi in salvo. Poco più di una settimana per scappare e provare a lasciare l’Europa, che di lì a breve verrà colpita da un meteorite che viaggia a una velocità di 30mila km/h. Possibilità di sopravvivere per chi rimane pari a zero, specie dopo che il tentativo degli Stati Uniti di deviare il meteorite con missili nucleari fallisce miseramente. Cosa faresti se rimanessero otto giorni da vivere?

8 episodi come un countdown verso la Fine. Al centro la drammatica storia di una normale famiglia di Berlino, catapultata in una situazione estrema e il cui unico obiettivo è sopravvivere all’inevitabile catastrofe. La lotta per la vita solleverà interrogativi su cosa unisce i personaggi, e cosa rischia di dividerli per sempre.

Disposta dal governo tedesco un’evacuazione temporanea, di notte l’ex insegnante di fisica Uli Steiner (Mark Waschke, Dark) e la sua famiglia scappano nella foresta con la speranza di incontrare dei contrabbandieri che li portino in Russia. Ma anche attraversare il confine rischia di essere potenzialmente letale. Nessun paese vuole accogliere le masse in fuga. Per questo motivo, preoccupata per i figli Leonie (Anna Lena Klenke, VictoriaBabylon Berlin) e Jonas (Claude Heinrich), la pragmatica dottoressa Susanne (Christiane Paul, La polvere del tempoL’onda) non appoggia la missione suicida del marito Uli. Estremamente legata alla famiglia, Susanne non vuole abbandonare suo fratello Herrmann (Fabian Hinrichs), membro del Bundestag che aveva promesso di portare l’intera famiglia oltreoceano ma che invece si trova già in aeroporto con la moglie Marion (Nora Waldstätten), incinta, in attesa di prendere un volo per gli Stati Uniti.

Nel frattempo il cinico padre di Herrmann e Marion, Egon (Henry Hübchen), convinto del fatto che il figlio abbia ormai abbandonato la famiglia, decide di attendere inerme la fine del modo abbandonandosi al vizio dell’alcol. Egon è un uomo pieno di rimpianti che nella vita si è lasciato scappare molte opportunità: questi ultimi giorni di vita sono la sua ultima possibilità per rimediare.

8 giorni alla fine in streaming e in tv

La nuova serie Sky Original 8 giorni alla fine arriva in prima tv dal 23 settembre in streaming su Now Tv, in mobilità su Sky Go e naturalmente in tv su Sky Atlantic e su Sky On Demand.